I lupi sbranano un’altra vitella, Confagricoltura: “La stalla è il loro supermercato”

04 Aprile 2024 11:39

Lupi in agguato nelle campagne

Lupi nel Piacentino in una foto d’archivio

A meno di quattro mesi dall’ultima aggressione i lupi sono tornati a colpire in provincia di Piacenza, sbranando una vitella direttamente nella stalla di una società agricola di Borgonovo. L’episodio si è verificato nella notte tra martedì 2 e mercoledì 3 aprile. La denuncia arriva direttamente da Confagricoltura Piacenza.

LA RICOSTRUZIONE

“Stavolta i lupi sono proprio entrati nel box” spiega il titolare dell’azienda agricola dov’è avvenuta l’aggressione, Angelo Bozzi. “L’altra volta hanno ucciso due vitelle che avevamo isolato, mentre l’altro giorno sono riusciti ad entrati in un box chiuso dedicato a 15 vitelle di 4-5 mesi. A perdere la vita è stata un esemplare sanissimo: per noi la morte di uno di loro è paragonabile a ciò che prova il padrone di un cane quando quest’ultimo viene ucciso. I nostri animali li abbiamo allevati e curati da piccoli, vederli dilaniati è davvero una sofferenza. Non so dire se ad ucciderla sia stato un lupo o un branco, in quel punto non abbiamo telecamere, le quali sono puntate sul ricovero dei mezzi visto il problema dei furti. Il lupo, o i lupi – prosegue Bozzi – sono passati attraverso i cancelli”.

i precedenti attacchi

Nella stessa azienda sono stati sbranati a inizio gennaio una vacca che aveva appena partorito, a fine gennaio una manza che si trovava in un momento di debolezza ed erano spariti alcuni vitelli. La modalità di predazione è identica e riconosciuta come attacco di lupo dai veterinari Ausl: le carcasse risultano azzannate alle cosce, i capi sono mangiati vivi e muoiono per le ferite. Confagricoltura Piacenza precisa quanto per gli addetti ai lavori pare un’ovvietà, ma non è purtroppo un’informazione nota ai più: “le stalle moderne per le bovine – si legge in una nota – non hanno muri o cancelli come quelle di una volta, sono strutture aperte e sono tali per poter rispettare sia le disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro che di benessere degli animali”.

LA RABBIA di confagricoltura piacenza

“Tali attacchi – spiega il presidente di Confagricoltura Piacenza, Filippo Gasparini – sono le drammatiche conseguenze di un’impostazione di fondo sbagliata, che viene dalla normativa europea poi calata in quella nazionale e che indica di gestire la fauna selvatica secondo gradi di tutela. Abbiamo i lupi che ormai identificano le nostre stalle come il loro supermercato e si ragiona sull’abbassare il grado di tutela di questo animale. Il lupo non ha alcuna responsabilità – prosegue Gasparini– la colpa è di chi, non assumendo decisioni, lascia che le situazioni degenerino invocando un equilibrio naturale che qui è evidentemente sovvertito. I capi morti in azienda – rimarca il presidente degli agricoltori – sono classificati come incuria e impattano negativamente sui parametri di valutazione dell’azienda vincolanti ai fini dei sostegni. L’autorità pubblica però non è più autorevole, perché da un lato ci viene a fare le pulci su eventuali capi deceduti in allevamento e poi è essa stessa, con queste morti frutto di un mancato intervento, ad esserne causa. Abbiamo recentemente dichiarato – conclude – di convincerci che questo non sia un complotto per far chiudere gli allevamenti, ma ogni giorno riceviamo una palese conferma dai fatti ed è un’amara consapevolezza. Che almeno si sappia che gli agricoltori lo hanno capito”.

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