Dal finto generale Carlos ai ricatti sessuali: in un anno 42 denunce per truffe on line

13 Aprile 2024 10:31

La Squadra Mobile della questura di Piacenza nel corso dell’ultimo anno ha individuato ben 42 autori di truffe online, perpetrate con diverse e sempre più fantasiose modalità.

“La stragrande maggioranza dei casi – spiega la questura – riguarda tuttora annunci truffaldini pubblicati sui più noti siti di compravendita tra privati, dove vengono messi in offerta articoli a prezzi vantaggiosissimi, ma il cui venditore scompare dopo aver ricevuto il pagamento a distanza, senza ovviamente inviare la merce”.

Questo tipo di inganni si consuma nel giro di poche chat, anche se non sono mancati casi di truffe ben più articolate, che hanno comportato diversi giorni di raggiri per circuire la vittima.

la Finta chiamata della banca

La vittima, un piacentino settantenne, ha ricevuto una chiamata da un’utenza riconducibile alla propria banca, con un operatore che diceva essere dell’ufficio di sicurezza informatica dell’istituto e che era in atto un tentativo di frode ai danni del denunciante.
La vittima, essendo un cliente della stessa banca, non aveva dubbi, quindi, su quanto gli era stato riferito dall’operatore.

Il truffatore gli aveva spiegato che il suo conto corrente sarebbe stato bloccato con tutte le varie applicazioni, in modo che ignoti non potessero appropriarsi indebitamente del denaro depositato.

La vittima, rimanendo in costante contatto telefonico con il fantomatico operatore, aveva ricevuto una serie di sms nei quali erano riportati dei codici Otp che aveva comunicato direttamente al malfattore.

Successivamente il truffatore gli aveva chiesto di confermare tutti i suoi dati anagrafici e il codice cliente riferito al suo conto, aggiungendo che a breve gli sarebbe arrivato un pin temporaneo per l’attivazione della smart app.

Al termine della telefonata, l’operatore gli aveva comunicato che avrebbe fatto delle simulazioni di bonifici bancari.

La sera, la vittima aveva ricevuto una nuova telefonata, dove lo stesso operatore gli diceva di aver bloccato ogni operazione fraudolenta e che nella giornata successiva alle 11.00 avrebbe dovuto ricevere una nuova telefonata che gli avrebbe confermato la riattivazione del proprio conto e che quindi si doveva recare presso la sede della banca, a Piacenza.

Il settantenne, però, aveva ricevuto ulteriori sms da parte dell’istituto bancario nei quali gli veniva chiesto di contattare il servizio clienti per anomalie nel suo conto.

Nella mattinata successiva la vittima aveva contattato il servizio clienti della banca, apprendendo di essere stato truffato e che era stato fatto un bonifico di 49mila euro a favore dell’Iban di un soggetto residente in un altra regione.

Le indagini della Squadra Mobile hanno permesso di denunciare per truffa tale soggetto, un quarantacinquenne italiano originario del Piemonte ma residente a Fermo (Marche), ed eseguire il sequestro del contro corrente del truffatore, riuscendo a sottoporre a sequestro preventivo 11.500 euro.

il finto figlio

Una truffa particolarmente ricorrente è quella del messaggio, che arriva tramite sms o su whatsapp, da parte di un soggetto che si spaccia per il figlio del malcapitato, ed informa il genitore che gli si è rotto il telefono cellulare, di avere quindi un numero provvisorio e di aver urgente bisogno dell’invio di denaro per l’acquisto di un nuovo smartphone.
Negli ultimi mesi questa truffa è stata spesso perpetrata, per quanto la capillare campagna di prevenzione svolta dalla polizia abbia permesso di sventarne diverse.

Recentemente, una ventinovenne modenese è stata denunciata per truffa dopo essersi spacciata per la figlia di una donna piacentina di sessant’anni, approcciata via whatsapp, che le ha fatto un bonifico da 4.500 euro credendo di inviare i soldi alla figlia.

La vittima si era accorta della truffa soltanto quando le era arrivata la richiesta di effettuare un nuovo bonifico per lo stesso importo.

Romance Scam

Una truffa tuttora spesso attuata, è quella amorosa, particolarmente devastante per la vittima in quanto questa viene contattata online da una persona asseritamente dell’altro sesso, che si presenta solitamente come un uomo di bell’aspetto, benestante e recentemente vedovo, di professione medico o militare, che seduce l’ignara vittima che, convinta di aver intrapreso una vera relazione a distanza, inizia ad inviare ai truffatori continui bonifici inviando i soldi per poter pagare il viaggio per venire finalmente a trovarla.

Il fenomeno delle romance scam è particolarmente diffuso, e la cifra nera per tali reati è particolarmente elevata, anche perché si tratta di un raggiro che dura per moltissimo tempo e coinvolge profondamente a livello emotivo le vittime, spesso persone sole che non riescono a capacitarsi che l’amato sia in realtà un truffatore.

È il recente caso di una cinquantenne piacentina, che convinta di aiutare l’innamorato ingegnere minerario residente in Costa D’Avorio, ha inviato ai truffatori più di diecimila euro per tirarlo fuori da inesistenti guai in cui era incorso.

All’esito delle indagini, sono stati denunciati per questa truffa due italiani quarantenni, un uomo ed una donna, ed un gambiano ventenne.

Sextortion

Un altro genere di truffa, per quanto giuridicamente il fenomeno sia da inquadrare nel più grave reato di estorsione, è quello attuato da truffatori che si spacciano su siti d’incontri per donne di bell’aspetto, e convincono il malcapitato a spogliarsi in collegamento webcam ed a praticare atti sessuali, nella convinzione che dall’altra parte ci sia davvero una donna che fa altrettanto e non un mero video.

La registrazione viene quindi inviata al malcapitato stesso, che viene minacciato dell’invio agli amici di tale video se non acconsente a pagare ai malintenzionati una somma di denaro, richiesta che viene solitamente reiterata finché la vittima continua a cedere alle richieste dei malviventi.

Di fatto, sul territorio si registrano poche denunce all’anno, ma i casi probabilmente sono diversi e le vittime sono dai giovanissimi ai pensionati.

Finta benefattrice

In questo caso, un sessantacinquenne piacentino è stato contattato via whatsapp ed e-mail per mesi, avviando una conversazione con una donna asseritamente malata terminale, che aveva un conto corrente bloccato con l’importo di 930.000 euro e sarebbe stata desiderosa a donarlo ad “una persona allegra ed onesta che potesse farne buon uso”.

Nel proseguo delle conversazioni, si è inserito anche un sedicente avvocato francese, il quale ha detto al truffato che per sbloccare il conto della donna, dopo aver sottoscritto un “atto di donazione” con cui lo Stato francese lo avrebbe dovuto riconoscere come beneficiario, doveva pagare la tassa di legalizzazione e autenticazione di euro 370 euro.

La vittima aveva accettato la richiesta del sedicente legale e aveva effettuato, come da indicazione ricevute, il bonifico a favore della donna.

In seguito al versamento effettuato, gli erano arrivati numerosi messaggi via e-mail da parte della donna con la rassicurazione che i soldi inviati erano recapitati e depositati ad un conto corrente francese online ed altre e-mail da parte dell’avvocato con un codice pin per accedere al conto online francese.

Eseguendo i passaggi indicati nelle mail, l’account del conto corrente si era bloccato e, alla richiesta di sblocco al fantomatico avvocato, questi riferiva che doveva essere versata una ulteriore somma di denaro.

La vittima, avendo realizzato che era stato truffato, aveva presentato denuncia/querela in questura. Le indagini della Squadra Mobile hanno permesso di denunciare per tale raggiro una trentunenne residente in provincia di Napoli.

Finto Generale dell’Interpol

Stavolta la vittima, un settantenne di Piacenza, aveva ricevuto tramite sms un messaggio proveniente da un’utenza estera, nel quale un uomo che si presentava come un generale di nome Carlos Montalbano dell’Interpol, gli inviava un certificato francese nel quale gli veniva richiesto di versare la somma di 1.775euro per “spese di sicurezza”, al fine di estinguere non meglio precisati reati commessi.

Intimorito da quanto riferito, il denunciante aveva effettuato un primo versamento della predetta somma a favore di una carta Postepay, come da indicazioni ricevute.
Quindi, dopo un’ulteriore richiesta, aveva effettuato un ulteriore versamento di 1.400 euro.

Successivamente, il fantomatico generale continuava ad avanzare richieste di denaro, nonostante la vittima spiegasse al truffatore di essere in difficoltà finanziarie: il pensionato aveva trasferito altri 1.900 euro.

A questo punto, aveva capito di essere stato truffato e aveva presentato querela in questura. Le indagini hanno permesso di denunciare una cinquantacinquenne polacca, trovata anche in possesso della carta su cui la vittima effettuava le ricariche.

© Copyright 2024 Editoriale Libertà