Autopsia su Aurora: “Ferite ed ecchimosi incompatibili con un suicidio”
05 Febbraio 2025 01:06
La morte di Aurora Tila sarebbe incompatibile con un gesto estremo volontario. Le lesioni nella parte posteriore del cranio farebbero pensare che sia caduta all’indietro, probabilmente in seguito a una spinta, e che non si sia lanciata in avanti.
Sarebbe in sintesi questa l’ipotesi del medico legale Giovanni Cecchetto, dell’istituto di medicina legale dell’Università di Pavia, avanzata nelle conclusioni sull’autopsia eseguita sulla 13enne, morta il 25 ottobre del 2024 precipitando dal terrazzo sul tetto del palazzo di via IV novembre, dove viveva con la madre. Un volo di oltre sette metri terminato su un balcone tre piani più sotto. Tale scenario risulta sovrapponibile con quello descritto nell’ordinanza di custodia cautelare del Tribunale per i minorenni di Bologna nei confronti del 15enne, ex fidanzato della ragazzina, arrestato con l’accusa di omicidio volontario e difeso dall’avvocato Ettore Maini.
piacenza: cos’è successo ad aurora tila
Il ragazzo, tuttora nel carcere minorile di Bologna, ha sempre negato ogni responsabilità per la tragica fine della sua ex. Ha raccontato che quel mattino verso le 8,30 lui e la 13enne erano saliti sul terrazzo per parlare. Forse l’ennesimo tentativo di riallacciare una relazione che, per Aurora, era finita. Ha sempre negato di averla spinta e di aver contribuito alla caduta, lasciando intendere due scenari alternativi: quello del suicidio o quello della caduta accidentale. Una ricostruzione dei fatti a cui, finora, gli inquirenti non hanno creduto. Ma va detto che le indagini sono ancora in corso e non tutti gli accertamenti sono conclusi.
L’autopsia per accertare le cause del decesso è stata disposta dal sostituto procuratore Simone Purgato. All’esame hanno assistito due consulenti di parte: i medici legali Attilio Maisto, per l’imputato, e Novella D’Agostini per la famiglia di Aurora.
La studentessa del Colombini presentava numerose fratture, tutte riconducibili alla caduta dall’alto. Ma quelle letali sarebbero state alla testa. Lesioni che avrebbero provocato una morte immediata.
le lesioni sulle mani di aurora tila
Altro punto cruciale dell’esame autoptico è quello che si è concentrato sulle lesioni riscontrate sulle mani della ragazza e, in particolare, sulle nocche. I carabinieri del nucleo investigativo di Piacenza, a cui sono state affidate le indagini, hanno raccolto le testimonianze di tre persone che avrebbe visto o sentito ciò che avvenne tra Aurora e l’ex fidanzato sul terrazzo. Due di loro avrebbero assistito alla scena, pur da una certa distanza. Una terza avrebbe invece sentito le urla disperate della ragazzina. Secondo il loro racconto, Aurora sarebbe stata vista appesa alla ringhiera mentre il ragazzo batteva con i pugni sulle sue mani per farla cadere. Il 15enne nega tale circostanza, ma secondo il medico legale, consulente della Procura per i minorenni, le lesioni sulle nocche potrebbero essere state causate dai pugni dati dal ragazzo. Anche in questo caso, non si tratta di certezze, ma di scenari probabili sulla base della compatibilità delle lesioni. E non si può dimenticare che l’impatto con il pavimento del balcone dove Aurora è caduta potrebbe aver contribuito a formare quelle lesioni.
Anche una ecchimosi riscontrata su un braccio autorizza a pensare all’eventualità che Aurora sia stata afferrata con forza. Forse per essere scaraventata oltre il parapetto del terrazzo.
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