Prezzo del pomodoro da industria, Confagricoltura: “Accordo ancora lontano”

21 Marzo 2024 15:59

L’offerta di 125 euro a tonnellata per il pomodoro da industria  è quantomeno disincentivante e con una base di questo tipo sarebbe sconsigliabile coltivare. Lo sostiene Confagricoltura Piacenza aggiungendo che l’accordo quadro tra produttori e industrie è ancora lontano. Le considerazioni sono emerse all’indomani del tavolo agricolo che si è riunito mercoledì 20 marzo a Parma. 

“Dai dati comunicati sulla programmazione, non è previsto alcun eccesso di offerta – commenta Marco Casagrande, direttore di Confagricoltura Piacenza – stanti i rischi in campo, i costi della coltura e non ultimo le condizioni del mercato, che richiede il nostro eccellente prodotto, la trasformazione non ha motivo di proporre un prezzo di riferimento più basso rispetto a quello dello scorso anno”.

Calcoli alla mano – “All’industria che propone un taglio lineare del 13% sul prezzo di riferimento – riflette Casagrande – potrebbe valer la pena rispondere con una proposta di taglio lineare del 13% delle superfici. Dieci ettari – esemplifica Casagrande – generano una PLV di 100.000 euro (con una produzione stimata di 800 quintali ettaro), per ottenere la stessa PLV a 150 euro alla tonnellata bastano 8.3 ettari. In questo caso, tagliando la superficie, anche dopo aver acquistato le piantine, resterebbe la stessa PLV ma rimarrebbero 2.7 ettari da impiegare in altre colture, che andranno ad incrementare, poco o molto, la PLV di quei 10 ettari. I conti sono conti, invece di tagliare il prezzo, si tagliano le superfici il ricavo da parte agricola è identico, ma con una notevole riduzione dei rischi in campo, dei costi di lavorazione e con la disponibilità di terreni da dedicare ad altro”.

“Crediamo inoltre che l’OI debba giocare, in questo momento di forte divergenza tra le parti, il ruolo che le è consentito dalle norme – si legge nel comunicato della associazione di coltivatori -, senza tuttavia rinunciare ad essere parte attiva ai fini di un loro riavvicinamento. Ogni scenario diverso dal passato, come purtroppo si va profilando, che passa attraverso la rottura delle regole, degli schemi e delle procedure codificate, rischia infatti di mettere a repentaglio l’interprofessionale, con danni irreparabili per tutta la filiera”.

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