Metà vegetale, metà prodotta in laboratorio: arriva la bistecca di carne “ibrida”

26 Novembre 2022 05:00

Tra pochi mesi gli abitanti di Singapore saranno i primi a poter degustare (anche se in molti non userebbero questo verbo…) una bistecca composta da proteine vegetali combinate con carne sintetica a base cellulare, prodotta in un centro alternativo di innovazione alimentare a partire dalla seconda metà del 2023.
La carne ibrida è un prodotto proteico di fusione ottenuto dalla combinazione di proteine di origine vegetale con cellule animali o anche microbi o alghe commestibili fermentati al fine di ottenere un prodotto proteico finito.
“Le odierne opzioni a base vegetale non danno d’opportunità di offrire varietà di carni alternative, ma combinando basi vegetali e cellulari, possiamo creare nuove soluzioni”, ha affermato Ken Kuguru, co-fondatore e amministratore delegato di Love Handle. La carne a base vegetale a volte non ha la consistenza della carne tradizionale, mentre la carne a base di cellule è attualmente troppo costosa e non pronta per essere commercializzata”.
Entro il 2024, Meatable e Love Handle, le due aziende che hanno ideato la carne ibrida, aspirano ad introdurre nei menu dei ristoranti locali prodotti a base di carne ibrida come pancetta di maiale, polpette, affettati e polpette.
Il secondo obiettivo è quello di far apparire i loro articoli sugli scaffali dei supermercati entro il 2025.
Il centro di innovazione, costato 6 milioni di dollari, comprenderà anche uno showroom dove i consumatori e i proprietari di ristoranti avranno l’opportunità di assaggiare la carne ibrida nonché acquistarla.
Ong Shujian, co-fondatore dell’azienda di proteine alternative Ants Innovate, ha dichiarato: “Vediamo che l’industria della carne coltivata impara gradualmente dalle innovazioni e dai risultati dell’industria della fermentazione di precisione e a base vegetale. Questo nuovo centro può potenzialmente essere una benedizione per Ants Innovate e l’intero settore abbassando i confini tra la fermentazione coltivata, a base vegetale e altre proteine come gli insetti”.
Tutte soluzioni che fanno storcere il naso a molti, soprattutto nei Paesi dalla grande tradizione enogastronomica come l’Italia.
Chi difende invece questo tipo di soluzioni porta innanzitutto due argomenti: la riduzione dell’impatto ambientale (a cominciare dall’acqua utilizzata per arrivare ad avere la bistecca nel piatto e della Co2 immessa in atmosfera per tutti i processi produttivi) e la tutela degli animali oggi interessati dalla catena della carne “tradizionale”.

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