Costi, privacy e diritti d’autore: attenzione all’app che crea gli avatar dalle foto

17 Dicembre 2022 05:00

 

È quasi impossibile che negli ultimi giorni chi frequenta i social media non si sia imbattuto in un amico che ha cambiato la propria immagine del profilo.
On line sta, infatti, spopolando l’app Lensa, che tanti utenti stanno utilizzando per creare avatar che sembrano ritratti da un illustratore professionista.
Per farlo, utilizza l’intelligenza artificiale che elabora selfie e foto.
Ma l’app, avvertono gli esperti, pone qualche dubbio sulla privacy e l’uso delle immagini, oltre a spingere l’utente a spendere soldi per utilizzarla.
La società che ha lanciato l’app, Prisma Labs, nel 2016 aveva creato un’applicazione simile. E Lensa stessa risale al 2018.
Ma il progredire dell’intelligenza artificiale generativa consente oggi risultati migliori. Secondo le stime della società di analisi Sensor Tower, oltre 4 milioni di persone nel mondo hanno scaricato Lensa nei primi giorni di dicembre. Nello stesso periodo, gli utenti hanno speso oltre 8 milioni di dollari nell’app.
Ed è questo un primo punto controverso. Alla prima apertura, un pop-up invita ad attivare la prova gratuita di 7 giorni, che se non viene annullata in tempo porta al pagamento di una bella cifra (29,99 euro in Italia).
La versione gratuita dell’app è molto limitata e la funzione di creazione degli avatar non è sempre attiva. Inoltre, il sistema di creazione del “magic avatar”, così viene definito, si basa sul generatore di immagini Stable Diffusion, che utilizza grandi database di file di foto prese dal web per addestrarsi.
Un altro aspetto da considerare: l’app usa potenzialmente opere senza il rispetto dei diritti d’autore.
Ma c’è un ambito che è forse ancora più delicato, in tema di privacy. Gli esperti consigliano infatti di leggere i termini di utilizzo per capire meglio cosa concediamo all’app di fare con i nostri dati. “Dobbiamo sempre essere consapevoli quando i nostri dati biometrici vengono utilizzati per qualsiasi scopo. Sono dati sensibili”, dice a Wired Usa, David Leslie, ricercatore dell’Alan Turing Institute.
“Le foto dell’utente vengono eliminate dai nostri server non appena vengono generati gli avatar. I server si trovano negli Stati Uniti”, si è difesa la società.

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