Agricoltura, a rischio la legge europea sul dimezzamento dell’utilizzo dei pesticidi

14 Giugno 2023 14:00

La strategia dell’Unione europea “Farm to fork” (tradotto letteralmente “dalla fattoria alla forchetta”) prevede, tra l’altro, di dimezzare entro il 2030 l’uso di pesticidi chimici o considerati pericolosi.
Di fronte alla riluttanza di alcuni Stati e all’opposizione degli eurodeputati conservatori, le trattative su questa legge stanno slittando, rischiando di comprometterne l’adozione entro le elezioni europee del 2024.
Il testo fu proposto nel giugno 2022 dalla Commissione europea, ma sin dall’inizio, alcuni Stati membri e diversi parlamentari hanno lanciato l’allarme per la sorte degli agricoltori potenzialmente “senza alternative” e per il calo delle rese agricole, nonostante le rassicurazioni di Bruxelles.


Un anno dopo, i negoziati tra i Ventisette sono in fase di stallo e il testo è minacciato dalla bocciatura da parte degli eurodeputati del Partito popolare europeo (Ppe). “Dobbiamo andare avanti, ma realisticamente sarà molto difficile concludere prima delle elezioni europee del 2024”, ha affermato il ministro spagnolo dell’Agricoltura Luis Planas, il cui Paese avrà la presidenza di turno dell’Ue da luglio.
Da gennaio, la presidenza di turno svedese ha lavorato ad alcuni compromessi sulla “disinfestazione integrata” (cioè all’integrazione di tutti i metodi di protezione), per autorizzare gli Stati ad adottare “regole vincolanti” o semplici “linee guida” su base volontaria. Restano, però, sospese le discussioni sull’ulteriore studio d’impatto richiesto a fine dicembre dai Ventisette alla Commissione per valutare le conseguenze sulla “sicurezza alimentare”.
“Siamo ancora in attesa di questa relazione”, e per ora “siamo pienamente consapevoli delle posizioni molto forti assunte in Parlamento”, mentre i ministri dell’Agricoltura “hanno avuto scambi molto vivaci”, ha insistito Planas, a margine di un incontro a Stoccolma con i suoi omologhi europei. “Se facciamo regolamenti senza dare un’idea delle conseguenze, creiamo tensione, sospetto”, gli ha fatto eco il suo omologo francese Marc Fesneau. “Non tutti i Paesi hanno lo stesso livello di utilizzo di pesticidi e non sono sicuro che questi aspetti siano presi in considerazione a sufficienza”, ha detto il ministro belga David Clarinval.
“Diventiamo ostaggio dei più radicali di entrambe le parti”, tra un Ppe “in via di irrigidimento” e “quelli che dicono che dobbiamo andare più veloci e non cedere”, ha dichiarato Fesneau. “Se tutti rifiutano i compromessi, perderemo sei mesi, e forse di più”, ha spiegato.
In Parlamento il testo dovrà essere oggetto di voto a luglio in commissione Agricoltura, poi il voto in seduta plenaria in vista di futuri colloqui con gli Stati una volta adottata la posizione.
Assicurando di voler preservare la “sicurezza alimentare” il Ppe, prima forza in Parlamento, chiede una “moratoria” su questo testo così come su una legge attualmente all’esame che fissa obiettivi per il ripristino di ecosistemi danneggiati. “Gli obiettivi di riduzione (dei pesticidi) semplicemente non sono raggiungibili, la proposta non offre alternative percorribili”, ha dichiarato il Ppe, che chiede invece di accelerare sulle “nuove tecniche genomiche”.

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