La diversificazione del Gruppo Cgi: sanità, idrogeno verde e riciclo della plastica

24 Gennaio 2024 05:00

Uno dei robot da laboratorio utilizzati da Logibiotech

Il primo dato che balza all’occhio scorrendo il Piano strategico del Gruppo Cgi, la holding fondata e guidata da Gianfranco Curti a cui fanno capo Gas Sales e Bluenergy, è quello economico-finanziario.
Con un numero su tutti: entro il 2027 sono previsti investimenti per 160 milioni, suddivisi in quattro macroaree. “Oltre al business storico rappresentato dalla vendita di gas e luce (area “Commodity”) e all’intensificazione dell’offerta di servizi di efficientamento energetico (area “Tech-Services”) – afferma Giuseppe Bongiorni, direttore generale di Cgi – il Gruppo avvierà un percorso per la produzione di energia rinnovabile tramite la realizzazione di impianti fotovoltaici (area” Originations”)”. L’obiettivo è arrivare a una potenza complessiva installata di 100 megawatt.
Dal punto di vista della sostenibilità, le novità più interessanti arrivano dall’area “Diversificazione”: “Stiamo ormai da qualche tempo abbracciando e sviluppando progetti importanti, anche di respiro internazionale – spiega Bongiorni – che presentano concreti aspetti di sostenibilità sociale, oltre che sul fronte ambientale anche nell’ambito della Sanità, con una serie di ricadute positive sulla comunità e in generale per la società”.

Giuseppe Bongiorni

Automazione dei laboratori sanitari
Fulcro di questa attività è Logibiotech, start up con sede ad Alseno che sta sviluppando in particolare due filoni.
Il primo riguarda l’automazione nel mondo dei laboratori diagnostici, in particolare di anatomia patologica, con l’obiettivo di accelerare i tempi nei processi diagnostici e garantire al tempo stesso sicurezza nella tracciabilità dei reperti. “Premesso che in Italia sta diminuendo il numero di patologi – sintetizza Bongiorni – questi ultimi oggi dedicano parte del tempo anche ad attività manuali per la gestione operativa dei campioni biologici, la relativa processazione fino alla governance anche logistica degli stessi. La soluzione di Logibiotech, integrando automazione e sistemi digitali, va nella direzione di automatizzare il processo di manipolazione, archiviazione e tracciabilità dei campioni biologici. In questo modo i patologi potranno dedicare più tempo all’attività diagnostica, accelerando i tempi di risposta ai pazienti, con un beneficio generale per tutto il sistema”.
Con questo metodo si risolve anche il problema dell’archiviazione dei reperti cito-istologici, per cui occorrono sistemi sicuri per garantire la tracciabilità e la conservazione a lungo termine, anche fino a 50 anni, aprendo anche nuove opportunità sul tema bio-banca. “I reperti ben conservati – prosegue il direttore generale del Gruppo Cgi – saranno a distanza di decenni un patrimonio genetico importantissimo per le fasi di ricerca di particolari target e biomarkers, nell’ottica della medicina personalizzata e dell’accesso a chance terapeutiche mirate”. La conservazione, la custodia controllata e la tracciabilità dei campioni biologici in anatomia patologica potrà dunque consentire ai pazienti l’accesso puntuale alle migliori terapie che la ricerca medica produrrà nel tempo ed al contempo costituirà una fondamentale biobanca disponibile per le attività di ricerca nel settore.
Il secondo filone di Logibiotech, invece, è rivolto all’automazione nel mondo delle farmacie, anche in ambito ospedaliere e Rsa. Due i progetti. Il primo parte da una premessa: il 36% dei pazienti, soprattutto anziani, dimessi dagli ospedali necessita di un nuovo ricovero entro i primi 3 mesi a causa della mancata aderenza alla terapia. Nuovi ricoveri che costano circa 11miliardi di euro di spesa sanitaria aggiuntiva a livello nazionale. Quindi il sistema di Logibiotech favorisce la cosiddetta “adesione terapeutica” e con un mix tra automazione e digitale si pone come obiettivo ultimo la partizione in dose unitaria dei farmaci del piano terapeutico, arrivando fino all’assistenza e monitoraggio sull’assunzione.
Il secondo progetto è focalizzato su un sistema di armadi e magazzini automatizzati destinato ad efficientare il percorso del farmaco, soprattutto con un forte risparmio di tempi e risorse nel carico quotidiano dei farmaci da ingrosso, assicurando al tempo stesso un alto livello di efficienza nella tracciabilità e controllo accurato delle scadenze.
Ambiente: fotovoltaico, idrogeno e riciclo plastica
Per quanto riguarda il fronte ambientale, oltre agli investimenti previsti nel piano industriale 2024-27 destinati in buona parte alla realizzazione di impianti fotovoltaici, il Gruppo Cgi sta investendo anche sulla Pmi innovativa Biorenova, attiva nello sviluppo di due distinte tecnologie di economia circolare: il riciclo della plastica e la produzione di idrogeno verde.
Per quanto riguarda il primo, è nata ad inizio 2023 una join venture tra il gruppo Maire Tecnimont e la stessa Biorenova per sviluppare e industrializzare la tecnologia CatC, ovvero un processo di riciclo chimico continuo per il recupero di monomeri ad alto grado di purezza da rifiuti plastici differenziati.
È, infine, in fase di avvio la prototipazione del processo biologico per la produzione di idrogeno verde e contestualmente di co-prodotti da utilizzare in agricoltura come biofertilizzanti, nell’alimentazione del bestiame ed in altri settori biochimici, il tutto nel solco di un ciclo economico circolare, sostenibile e totalmente green.
“Il Gruppo Cgi – conclude Bongiorni – pone attenzione alle sfide future, senza distogliere però attenzione al territorio, la cui fiducia continuerà ad essere ripagata con un “ritorno” sotto forma di investimenti, progetti ed occupazione, oltre al sostegno di iniziative culturali, ricreative e sportive. Tutto grazie alla lungimiranza imprenditoriale della famiglia Curti che sposando ed sostenendo questi progetti ha saputo cogliere importanti aspetti di sostenibilità sociale”.

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