Energia fotovoltaica dai campi: il futuro è nei pannelli bifacciali verticali

13 Marzo 2024 05:00

Uno degli aspetti più delicati collegati alla diffusione del fotovoltaico come fonte di energia pulita e inesauribile riguarda l’impatto su ambiente e panorama degli impianti. Un tema che diventa ancora più sensibile quando si parla di agricoltura: sempre più spesso si vedono campi ricoperti da pannelli, in molti casi gli imprenditori rinunciano a coltivarli per destinarli proprio alla produzione di elettricità. Con tutte le polemiche che possono accompagnare questa scelta.
Ma dalla Key di Rimini, la fiera internazionale dedicata proprio alle rinnovabili, arriva una soluzione tanto semplice, quanto efficace. Anzi, per meglio dire: efficiente. Eppure fino a oggi in pochissimi ci avevano pensato.
Si tratta dei pannelli bifacciali montati in verticale.


La cella bifacciale consente di ricevere la luce solare su entrambi i lati. La base resta al silicio, ma di fatto, con il giusto orientamento, l’efficienza raddoppia.
Oggi il 70% degli impianti utilizza ancora la tecnologia monofacciale, ma nei prossimi anni quella bifacciale è destinata a crescere continuamente, fino a raddoppiare.
“Il motivo – spiega Luigi Prospiti diIcel – credo sia legato al normale processo di maturazione delle tecnologie: il fotovoltaico evolve e quindi nascono idee per migliorarne le prestazioni. Nel caso dei pannelli bifacciali verticali, abbiamo delle analisi molto significative che ci dicono come l’assorbimento della luce solare sia maggiore durante tutta la giornata e non legata a un singolo picco, quello di mezzogiorno, per gli impianti tradizionali”. I quali, va chiarito, restano assolutamente validi, soprattutto in determinare condizioni, ad esempio su determinati tetti.
È soprattutto su quelli a terra che la nuova tecnologia “verticale” può rappresentare il futuro, in particolare nel settore agricolo. “A mio avviso – prosegue l’esperto – i vantaggi sono davvero numerosi. Innanzitutto, le prestazioni sono pari se non addirittura superiori. Ma c’è il grande vantaggio che un campo viene occupato dai pannelli solo per il 5%, a differenza del 50-60% con gli impianti tradizionali. Ciò permette di avere un minor impatto alla vista, ma soprattutto consente di avere spazio sufficiente per portare avanti le coltivazioni senza problemi, combinando le produzioni agricole con quella di energia pulita. Non solo: abbiamo visto impianti bifacciali verticali che prevedono anche la raccolta delle acque piovane e il loro utilizzo per l’irrigazione degli stessi terreni, rispondendo appieno al quella circolarità che oggi tutti ricercano”.
Un altro vantaggio è legato alla manutenzione: il fatto che i pannelli siano posizionati in verticale, li rende meno esposti alle intemperie come grandine e accumulo di neve.
“Io penso che questa tecnologia possa rappresentare un punto di svolta per il settore fotovoltaico – conclude Prospiti – e sono convinto che si possa adattare benissimo alla provincia di Piacenza: sappiamo che tanti imprenditori hanno partecipato in passato e anche recentemente ai bandi per l’agrivoltaico, credo che in molti si possa realizzare senza “sacrificare” i terreni”.

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