Yahtzee, il mistero del gioco senza inventore

Le origini probabilmente risalgono all'Antica Roma, poi fu rilanciato varie volte dal 1943

Carlo Chericoni
|2 settimane fa
Yahtzee - © Libertà/Carlo Chericoni
Yahtzee - © Libertà/Carlo Chericoni
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In passato, in questa rubrica, abbiamo raccontato come sono nati alcuni dei board games più popolari, seguendo le storie, spesso curiose, dei loro inventori.
Ma con Yahtzee è diverso, perché pare non ci sia un inventore preciso a cui attribuirne la paternità. Il gioco, nella forma che conosciamo oggi, divenne popolare a partire dagli anni Settanta, ma versioni simili esistevano già da molto tempo. Alcuni fanno risalire le sue origini addirittura all’antica Roma, dove si giocava con i talus, ossa di animali usate come dadi.
Tra tante incertezze sulle origini, un punto fermo c’è: una prima versione commerciale può essere fatta risalire al 1943. In quell’anno la Leister Game Company, con sede in Ohio, intuì che le difficoltà economiche e la carenza di carburante legate alla Seconda guerra mondiale stavano costringendo molte famiglie a trascorrere più tempo in casa.
Per offrire un po’ di svago domestico, l’azienda pubblicò un gioco economico chiamato Luck («Fortuna»): la confezione conteneva sei dadi e un blocco con le istruzioni per intavolare quindici giochi diversi. Uno di questi si chiamava Yatzie. Non era ancora lo Yahtzee che conosciamo oggi, ma ne rappresentava chiaramente un’anticipazione.
Luck, però, ebbe una distribuzione molto limitata, rimanendo circoscritto alla cittadina di Toledo, dove aveva sede l’azienda. Per questo motivo, nonostante la somiglianza del nome, non viene quasi mai citato tra le vere origini di Yahtzee.
Va segnalato che lo stesso Yatzie si ispirava, sia nel nome sia nella meccanica, a qualcosa che esisteva già da tempo: una sorta di poker giocato con i dadi, diffuso in molte parti del mondo e conosciuto con nomi diversi, come ad esempio Generala in America Latina, Kniffel in Germania, Yacht nel Regno Unito e Jacy-Tacy in Polonia… che, guarda caso, si pronuncia proprio come «Yatsi-Tatsi».
Si racconta che, in particolare, la versione praticata nel Regno Unito ebbe una grande influenza su una facoltosa coppia di coniugi canadesi, che si appassionarono al gioco al punto da inventarne una versione personale con cui intrattenere gli ospiti durante le lunghe traversate sul loro panfilo privato.
Rispetto all’originale introdussero il foglio per registrare le sequenze diviso in due sezioni, aggiunsero la possibilità di fare tris e modificarono alcuni valori di punteggio: innovazioni che si rivelarono vincenti.
La versione slot
La versione slot
Colpiti dal fatto che i loro amici chiedessero spesso di portare a casa una copia del gioco, la coppia capì di avere tra le mani qualcosa di grande valore e, non volendo occuparsi direttamente della produzione e della distribuzione su larga scala, decise di cercare un partner commerciale.
La scelta cadde su Edwin S. Lowe, imprenditore newyorkese che aveva già fatto fortuna introducendo il Bingo negli Stati Uniti e che rimase subito affascinato dal potenziale di quel gioco da tavolo. L’accordo che ne scaturì fu stranamente vantaggioso per Lowe: gli inventori, desiderosi di mantenere l’anonimato, chiesero come unica ricompensa mille copie da donare a parenti e amici. Essendo già benestanti, non cercavano né fama né ricchezza, ma soltanto la soddisfazione di vedere la propria creazione regalare divertimento ad altre persone.
Questa narrata finora è la versione ufficiale della nascita di Yahtzee, che pur essendo affascinante, lascia un po’ perplessi soprattutto se si considera che Edwin Lowe era nato in Polonia e che proprio in quel Paese esisteva quel gioco di dadi citato prima chiamato Yatsi-Tatsi. Non è quindi da escludere del tutto l’ipotesi che l’idea fosse in realtà tutta sua, come anche l’invenzione della “favola” sulla misteriosa coppia canadese. In ogni caso, la cosa certa è che fu Lowe a pubblicarlo negli Stati Uniti nel 1956 col nome di Yahtzee.
Un momento di gioco
Un momento di gioco
Per chi non vi ha mai giocato, l’obiettivo è tirare e ritirare fino a tre volte cinque dadi, cercando di ottenere combinazioni utili: tris, poker, full, scale oppure il celebre “Yahtzee”, cioè cinque dadi uguali. Dopo il lancio, bisogna scegliere dove segnare il punteggio sul proprio foglio, considerando che ogni combinazione può essere usata una sola volta. Alla fine, chi totalizza più punti vince.
Se vi aspettate che vi diciamo che il gioco fu subito un successo, resterete sorpresi nello scoprire che inizialmente vendette piuttosto male.
Malgrado le regole semplici, il suo meccanismo non era facile da spiegare nelle inserzioni pubblicitarie. Così Lowe mise in pratica un’idea di marketing brillante: organizzare degli “Yahtzee Party”, eventi dimostrativi itineranti in cui le persone potevano provare il gioco e impararne le regole sul campo.
L’idea funzionò: il passaparola fece decollare la popolarità del gioco, e in diciassette anni ne vennero vendute oltre quaranta milioni di copie.
Nel 1973 Edwin Lowe decise di cedere la sua azienda, insieme ai diritti del gioco, alla Milton Bradley, che grazie alla sua ampia rete di distribuzione e, in seguito, alla forza acquisita con la fusione con Hasbro negli anni Ottanta, riuscì a trasformare Yahtzee in un fenomeno globale, portandolo sugli scaffali dei negozi di giocattoli di tutto il mondo.
Nel corso dei decenni questo semplice passatempo è riuscito a mantenere viva la propria fortuna grazie a una gestione accorta e a una costante capacità di rinnovarsi, adattandosi ai cambiamenti dell’intrattenimento e ai gusti delle diverse generazioni, senza mai perdere il fascino della sua formula originale.
Un altro modello di Yahtzee
Un altro modello di Yahtzee
Negli anni Ottanta fecero la loro comparsa varianti come Jackpot Yahtzee, che cercava di riprodurre l’adrenalina delle serate al casinò, e Casino Yahtzee, che accentuava ulteriormente il fascino del gioco d’azzardo.
Nel decennio successivo il marchio si adattò con prontezza alla rivoluzione digitale: accanto a nuove versioni analogiche comparvero edizioni per PC e console, oltre a una serie di giochi elettronici portatili che portarono i dadi sullo schermo.
Con l’ingresso nel XXI secolo, Yahtzee continuò la sua evoluzione approdando nel mondo delle app e dei videogiochi online, capaci di connettere tra loro giocatori di ogni parte del pianeta.
Arrivarono anche versioni sperimentali che abbracciavano nuove tecnologie, come Yahtzee Flash, che utilizzava dadi elettronici dotati di sensori di movimento in grado di illuminarsi e comunicare tra loro senza fili, introducendo elementi di velocità e abilità manuale.
Nel corso della sua storia non sono mancate collaborazioni con marchi famosi come Marvel, Disney e Pokémon, oltre a edizioni speciali ispirate a film e serie di successo.
Tra pochi mesi Yahtzee festeggerà i suoi settant’anni, e il fatto che ancora oggi continui a vendere milioni di copie dimostra, ancora una volta, come siano spesso le idee più semplici quelle capaci di conquistare il mondo e resistere meglio alla prova del tempo.