Elena Pantaleoni e mezzo secolo di grandi vini griffati “La Stoppa”

Di Giorgio Lambri 30 Aprile 2023 22:48

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Un celebre tormentone di Carosello evoca l’immediato rimando che un singolo vocabolo può generare nell’immaginario collettivo. È indubitabile che a volte basta veramente la parola! Ne è un esempio l’etichetta de’ La Stoppa che nel nostro territorio si collega direttamente al mondo del vino e a una storica produzione piacentina di qualità. Ma anche a una donna del vino tanto caparbia quanto appassionata e pragmatica. Coerente e inflessibile nel percorso di evoluzione che ha intrapreso con l’azienda di famiglia.

“Mio padre esattamente cinquant’anni fa ha avuto una visione – racconta Elena Pantaleoni – innamorato di La Stoppa, nel 1973 ha deciso di acquistare l’azienda fino a qualche anno prima di proprietà di Giancarlo Ageno, il fondatore. In mezzo secolo sono molte le vite a essersi incrociate e innumerevoli le storie che hanno reso questo luogo ciò che è. Io, oggi alla guida dell’azienda, sentivo di voler celebrare questa ricorrenza e ho riflettuto a lungo sui molti modi per farlo – prosegue la signora de’ La Stoppa – alla fine ho scelto quello che più mi appartiene e che meglio racconta ciò in cui davvero crediamo: la condivisione. Abbiamo pensato a sette incontri che si svolgeranno nell’arco di tutto il 2023 nei quali, insieme ai nostri colleghi amici più cari, ricostruiremo la storia del mezzo secolo appena trascorso, raccoglieremo le testimonianze di chi ha condiviso un pezzo della nostra storia e festeggeremo insieme. Una chiacchierata tra noi, intorno a una tavola imbandita, con il vino da sfondo”.

L’azienda si estende su 58 ettari, di cui 30 sono destinati a vigna e 28 a bosco.

Nella seconda metà del XIX secolo, l’avvocato Giancarlo Ageno scoprì la vocazione vitivinicola di questo luogo e avviò la produzione di vini dai nomi significativi e curiosi come Bordò, Bordò bianco, Pinò. Nel 1973 La Stoppa fu acquistata dalla famiglia Pantaleoni e, dalla metà degli anni Novanta, Elena Pantaleoni conduce lla cantina, affiancata da Giulio Armani, ha focalizzato il lavoro sulla vigna, gestita secondo il metodo biologico certificato da Suolo e Salute.

Il cinquantesimo compleanno sarà in sette tappe che lei stessa ci racconta, a partire dalla prima, che si è già svolta, martedì 18 aprile. “Dall’Alto e Basso Monferrato passando per Baraggia Vercellese, il Golfo del Tigullio e l’Irpinia, con amici che sanno di famiglia – spiega Elena – Igiea Adami ha raccontato del riso che coltiva ai Beni di Busonengo, suo marito Guido Zampaglione dei viaggi su e giù per l’Italia dove produce vino da lungo affinamento; Fabrizio Iuli della sua avventura alla riscoperta di antichi vitigni piemontesi dimenticati. Ai fornelli Giacomo Pavesi con la bomba di riso e tutto il suo entusiasmo”.

Domenica 14 maggio (ore 12:30) Ecco il mattatore dei Colli Bolognesi e il bolognese trasferito in Abruzzo per amore: della terra, della luce e di Eloisa. “Federico Orsi insieme a Eloisa e Stefano Papetti Ceroni ci racconteranno della passione giovanile verso il vino e il cibo di qualità che si trasforma in lavoro e poi in scelta di vita. Con loro i ragazzi di Ahimè, ristorante dove la materia prima è al centro di tutto”.

Martedì 13 giugno (ore 20) La trentina mediterranea e il siciliano più nordico che ci sia. “Quante storie, quanti viaggi, quanti scambi in trent’anni di amicizia e confidenze – racconta Elena – con Elisabetta Foradori e Giusto Occhipinti ricorderemo i motivi, i percorsi e le deviazioni che ci hanno portato fino a qui. Ad accompagnarci, Pietro Carlo Pezzati di Locanda del Falco, giovanissimo cuoco pieno di talento, cultura e contaminazioni”.

Domenica 9 luglio (ore 12.30) il tema è “Resistenza Naturale: Pacina e La Distesa, Castelnuovo Berardenga e Cupramontana. Un’amicizia nata grazie al vino e trasformatasi presto in senso di appartenenza, identità, comunità. Racconteremo il piacere costante e la necessità di riflettere e confrontarsi sulle cose del mondo insieme. Con noi Mattia Ferri, grande amico e oste al Bitter”.

Lunedì 7 agosto (ore 20). “Dall’Astigiano con brio e profondità”. “Le amiche care. Alessandra Bera, donna gioiosa, amante della vita e del suo Moscato e Monica Reissent, il pilastro dell’azienda Trinchero, con la sua Barbera pura e dura. Isa Mazzocchi de La Palta cucinerà per noi, con la sua grande sensibilità e passione”.

Martedì 31 ottobre (ore 20). “Le ragazze che hanno fatto la storia recente del vino artigianale e un’amicizia speciale che dura da più di vent’anni. Arianna Occhipinti da Vittoria, nella Sicilia Orientale, e da Montalcino le gemelle Padovani: due modelli di rigore ed entusiasmo, d’ispirazione per tanti. Con noi Betty Bertuzzi del Caffè Grande, una cucina consistente, calda e accogliente come lei”.

E infine domenica 3 dicembre (ore 12.30) “l’orgoglio della nostra comunità, persone di valore, talentuose, che hanno eletto le nostre colline come il posto in cui vivere e lavorare. Perseveranza, umiltà e ambizione, queste le caratteristiche che ci contraddistinguono, insieme a gioia e passione. Non potevamo che scegliere noi per concludere questo libro di affetti – spiega Elena – con le cantine Casè – Croci – Denavolo – Distina – Fognano – Il Poggio – La Poiesa – Montepascolo – Montesissa Emilio – Shun Minowa & la cucina de La Stoppa“.

Gli amici

“Con Elena ci conosciamo fin da ragazzi quindi sono tanti i bei ricordi che ci legano – racconta lo chef Filippo Chiappini Dattilo – ma dal punto di vista enologico quello indimenticabile e certamente legato a un vino Alfeo che all’antica osteria del teatro adottammo fin dai primi tempi tanto da acquistare direttamente la barrique, un fantastico Pinot Nero che a me ricordava la Borgogna dove avevo fatto periodi di tirocinio presso il ristorante importanti come George Blanc.

“Ho conosciuto Elena Pantaleoni più di vent’anni fa – racconta Massimo Zanichelli, giornalista, tra i massimi esperti italini del vino – era la prima volta che mettevo piede a La Stoppa. Rimasi incantato da questo angolo ameno e appartato delle colline piacentine, dai silenzi e dalla bellezza della tenuta – una bellissima casa dell’Ottocento con un torrione medievale da cui si gode uno splendido panorama dei dintorni – e dal fascino della sua proprietaria, diventata una delle protagoniste della “nouvelle vague” del “vino naturale” italiano. Accanto all’Ageno, macerata malvasia di Candia aromatica che ho visto nascere e da cui sono stato nel tempo irrimediabilmente sedotto, conservo ancora nella mente alcune squisite versioni del Malvasia Passito Vigna del Volta e del più raro Buca delle Canne, un sémillon botritizzato: due vini dove la dolcezza non è mai disgiunta dal rigore dello stile e dalla modulazione del carattere. Buon compleanno”.

“Elena posso solo ringraziarla – dice il vigneron Massimiliano Croci di Castellarquato – per essere una straordinaria ambasciatrice del territoriopiacentino e per avermi aiutato a realizzare i miei sogni. Il suo lavoro e la sua caparbietà sono stati e sono tuttora di ispirazione per me e per tanti come me”.

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