È tornata Euphoria, stilosa e disperata

Nel 2019 la prima stagione di Euphoria (produzione HBO in onda su Sky) ci ha lasciato tutti sconvolti: abituati alle serie teen Netflix, che sono edulcorate anche quando vorrebbero essere problematiche, non ci aspettavamo che HBO ci lanciasse in faccia questa manciata di adolescenti iper dimensionali che vanno ben oltre regole e stereotipi del teen drama dal quale partono.
Difficile togliersi dalla testa Rue (Zendaya, la modella di Valentino che potrebbe portarsi a casa un secondo Emmy vestita come Seth Rogen, lontana anni luce da quel personaggio scialbo che è la fidanzata di Spider-Man) e il suo lutto e la sua dipendenza, e il suo amore per Jules, diafana ragazza transgender, angelo che non si può sporcare, Maddy e Nate, ovvero la versione distorta e malata della cheerleader e del giocatore di football, Kat che mentre si vestiva da Angelo della vendetta di Abel Ferrara e apriva un sito a pagamento per feticisti ci diceva “Non c’è niente di più potente di una ragazza grassa che non cerca di nascondersi”.

 

Ma di cosa parla Euphoria? Di una ricerca. Di un posto nel mondo. Di qualcuno da amare. Di vita. Di identità e rappresentazione sociale. Di dolore rabbia disperazione. Di futuro. Di bellezza. Di sopravvivenza. Di casa. Di famiglia. Di amicizia. Di giovinezza. Euphoria, che viene dritta da quel cinema anni ’90 tra Larry Clark e Gregg Araki, cinema di ossessione in confezioni stilose e personalissime, ci va giù pesante con sesso, droga, perversione, malattia mentale, criminalità, violenza, e la seconda stagione, con il suo look pazzesco e la sua cruda messa in scena dell’infinita capacità di autodistruzione dell’essere umano, tiene alta quella tensione.

 

I ragazzi continuano a essere bombe a orologeria, pistole puntate alla tempia, che si muovono tra citazioni, lezioni, flashback (la terribile storia di Ashtray), umiliazioni, la ricaduta di Rue, l’arrivo di Elliott, il triangolo tra Maddy, Nate e Cassie, e soprattutto il musical di Lexie, ulteriore IMPERDIBILE colpo di scena della penultima puntata. Dramma più teen più musical, these are a few of my favourite things.

 

Euphoria è fatta per turbare, mette a disagio, ti fa sentire un voyeur di adolescenti perché è un prodotto per adulti, così pieno di dramma che ti aspetti sempre un morto dietro l’angolo, ma ti riempie di nostalgia, ti fa venire voglia di essere quegli adolescenti, di avere quell’assoluta innocenza mischiata ad una terribile voglia di sperimentare qualsiasi cosa, di provare quelle sensazioni furiose e totalizzanti, di credere in qualcosa o in qualcuno, anche solo per un po’, di andare via, e spargere sale dietro di te.

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