Gli strumenti musicali di Leonardo da Vinci al museo di Milano

Ci sono vari modi di amare la musica e diversi mondi musicali da amare. Lo sanno bene i liutai, ma anche chi colleziona strumenti antichi. Chi ha l’opportunità di poterli suonare, poi, conosce un piacere unico, riservato a pochi. Domenica scorsa ho visitato “Il mondo di Leonardo da Vinci” al Leonardo3 Museum di Milano e mi sono avvicinata a meraviglie senza tempo. Una sezione dell’esposizione, adatta a grandi a piccini, testimonia il rapporto tra il grande genio e la musica. Come ben sappiamo, Leonardo visse un’epoca di fortissimo fervore intellettuale. A Firenze, il mecenate Lorenzo il Magnifico amava e sosteneva ogni forma d’arte. E in questo scenario, sulla musica Leonardo scrisse delle riflessioni teoriche, in seguito approfondite da vari musicologi. Gli studiosi citano spesso la testimonianza musicale riportata da Giorgio Vasari:

(…) Avvenne che morto Giovan Galeazzo duca di Milano, e creato Lodovico Sforza nel grado medesimo l’anno 1494, fu condotto a Milano con gran riputazione Lionardo al duca, il quale molto si dilettava del suono de la lira, perché sonasse. E Lionardo portò quello strumento ch’egli aveva di sua mano fabricato d’argento gran parte in forma d’un teschio di cavallo, cosa bizzarra e nuova, accioché l’armonia fosse con maggior tuba e più sonora di voce.

Nel suo “Trattato”, Leonardo scrisse inoltre un dialogo tra un musicista e un pittore, con ulteriori riflessioni che meritano un approfondimento e, in alcuni spunti, accennano persino al mondo tecnologico odierno. Come accaduto in tutti i suoi progetti, Da Vinci ha mostrato la via, restando insuperato Maestro. A colpire sono soprattutto gli strumenti musicali da lui realizzati, che denotano approfondite conoscenze di carattere tecnico-scientifico e una progettazione perfetta, in linea diretta tra artefatto e disegno. Dai “clavi viola” all’organologia, che in quegli anni già vantava livelli elevati: il genio del Rinascimento vi si cimentò con estro. Gli strumenti musicali da lui progettati si dividevano tra quelli per i musicisti, nelle rappresentazioni di corte e in ambito militare, ed altri spavaldamente innovativi, dagli strumenti a fiato alle percussioni. Egli anticipò ciò che avvenne nei secoli successivi e osservare i suoi lavori regala un batticuore che si avvicina a quello provocato dall’ascolto di una Sinfonia di Mahler.

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