Non solo fiction in tv la serie “Baby Reindeer” è tratta da una vicenda reale e drammatica

Ventidue milioni di spettatori solo nell’ultima settimana. “Baby Reindeer” – la nuova serie televisiva targata Netflix, disponibile dall’11 aprile sulla piattaforma over-the-top – è il fenomeno di tendenza che sta catalizzando l’attenzione degli spettatori di tutto il mondo. Brutale, angosciante, crudo: la miniserie scritta, ideata e interpretata dal comico scozzese Richard Gadd – nonché basata sul suo omonimo oneman- show – è in realtà tratta da un drammatico racconto autobiografico che ha visto protagonista lo stesso Gadd.

Ma di cosa parla “Baby Reindeer”? Il prodotto televisivo racconta l’esperienza del comico con una stalker di vent’anni più grande di nome Martha (nome di fantasia). Nel prodotto seriale, Gadd interpreta una versione romanzata di se stesso (un comico e barista chiamato Donny Dunn), il quale intreccia il suo destino con questa donna per puro caso. Mentre lavora al bancone, Donny/Richard offre alla donna una tazza di tè e i due iniziano a chiacchierare con garbo. Quelli che sono semplici gesti educati da parte di Donny vengono presto fraintesi da Martha, la quale continua a presentarsi ogni giorno al pub di Donny per ordinare una coca (bevanda che non verrà mai consumata durante gli incontri), per raccontarsi e conoscere la vita dell’uomo. Durante una delle tante conversazioni che i due intraprendono, Martha gli racconta di essere un importante avvocato, di essere proprietaria di case lussuose, lasciando non poca curiosità nello stesso Gadd.

Ed ecco la prima mail, in cui la donna gli scrive: « Ho bisogno di un bravo ragazzo che si prenda cura di me, uno che somigli a una piccola renna (in inglese “baby reindeer”, da cui il titolo della serie televisiva)».

Convinto dalle buone intenzioni di Martha, il giovane stand-up comedian non è in grado di decifrare fra le righe quello che presto diventerà un vero e proprio incubo. C’è, tuttavia, curiosità da parte di Gadd nei confronti di quella donna così brillante, e inizia a indagare sulla vita di Martha fino a seguirla a casa, quando vengono allo scoperto le prime bugie: la donna non vive affatto in case di lusso e non è neanche un famoso avvocato. Incuriosito e al tempo stesso turbato da queste scoperte, l’uomo inizia a fare qualche ricerca su internet, dove avviene la prima scoperta agghiacciante: Martha, in realtà, è stata condannata per stalking a quattro anni di carcere in quanto, dopo essere stata licenziata per comportamento inappropriato dal suo datore di lavoro, lo ha seguito fino a casa, ha aggredito la madre, e lo ha denunciato per abusi sulla figlia disabile.

Donny non ha più dubbi: quell’amicizia con Martha deve concludersi al più presto. Ma è troppo tardi: in quattro anni e mezzo, la donna invia a Donny/ Gadd oltre 40 mila e-mail, 350 ore di messaggi vocali, 744 tweet, 46 messaggi su Facebook, 106 pagine di lettere e una varietà di regali anomali, tra cui una renna giocattolo, sonniferi, un cappello di lana e un paio di boxer.

Nel momento in cui l’uomo inizia a prendere le distanze, Martha comincia a seguire in modo ossessivo ogni passo di Gadd: la donna si apposta fuori dal suo appartamento, lo segue sul posto di lavoro e si presenta ad ogni suo spettacolo nei cabaret. Come racconta Gadd in un’intervista al quotidiano britannico The Times: « All’inizio tutti al pub pensavano che fosse divertente che avessi un’ammiratrice. Poi ha iniziato a invadere la mia vita, seguendomi, presentandosi ai miei spettacoli, aspettando fuori casa, inviando migliaia di messaggi vocali ed e-mail».

Non contenta, la donna arriva persino a molestare i suoi amici e familiari, compresa una donna con cui Donny/Gadd aveva intrapreso da poco una relazione, Theresa, che viene aggredita fisicamente da Martha. Dopo l’aggressione, Martha viene allontanata dal locale in cui Gadd lavora ed è qui che la donna inizia a diventare sempre più molesta nei confronti delle persone vicine all’uomo, al punto che Theresa decide di lasciarlo per paura di ulteriori ripercussioni.

Nel frattempo, il comico scozzese denuncia Martha alle forze dell’ordine, anche se preferisce adottare – quanto meno agli inizi – una linea “morbida”; come racconta in un’intervista: «Sentivo di avere a che fare con qualcuno che era vulnerabile, qualcuno che era malato di mente, qualcuno che non poteva fermarsi perché credeva in quello che aveva in testa». Ma quella situazione devasta emotivamente Gadd: è così che il comico, durante uno dei suoi spettacoli, decide di raccontare tutto quello che era stato costretto a subire fino a quel momento. Il video della sua confessione diventa presto virale, fa il giro dei social al punto che nel 2019 Gadd – sopraffatto da un’inaspettata popolarità – scrive uno spettacolo intitolato “Baby Reindeer”, in cui racconta la sua vicenda con Martha – e il resto è storia.

Per quanto riguarda l’epilogo, la realtà è ben più misteriosa rispetto a quella raccontata nel serial: se, infatti, nella miniserie Martha è stata condannata a nove mesi di prigione e a un’ordinanza restrittiva di cinque anni con l’accusa di molestie e stalking, il destino del personaggio nel mondo reale non è altrettanto chiaro. Tuttavia, all’uscita della serie televisiva, la vera Martha ha mosso rimostranze nei confronti del prodotto e dello stesso Gadd («Sono stata in compagnia di Richard Gadd in alcune occasioni, ma non l’ho perseguitato come sostiene. La sua storia è una grave intrusione nella mia privacy. Non lo vedo da 12 anni»), sostenendo in diverse interviste di essere lei stessa la vittima («Sta bullizzando una donna più vecchia per fama e ricchezza. Sta usando “Baby Reindeer” per stalkerarmi ora») al punto che starebbe valutando l’intenzione di intraprendere azioni legali contro la serie e Netflix.

Chissà, a questo punto, quale sarà la reale conclusione di questa vicenda. “Baby Reindeer” è ora disponibile su Netflix.

di Fabrizia Malgieri

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