Norma Jean e Marilyn in “Blonde”


La conferenza stampa di presentazione della line-up della 79esima Edizione della Mostra del Cinema di Venezia, annunciata in streaming dal direttore artistico Alberto Barbera con il presidente della Biennale Roberto Cicutto, ha confermato molti dei rumors che da mesi giravano tra gli addetti ai lavori: i titoli in gara compongono una selezione che parla molto italiano (5 titoli) e inglese, tra i quali spicca il vincitore annunciato o quantomeno uno dei titoli forti già in gara per l’Oscar (si scherza, ma fino a un certo punto), ovvero “Blonde” di Andrew Dominik, il ritratto di Marilyn Monroe (interpretata da Ana De Armas) tratto dall’omonimo romanzo di Joyce Carol Oates.

 


Dominik è un autore australiano noto soprattutto per “L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford” del 2007, un western revisionista interpretato da Brad Pitt, Casey Affleck, Sam Rockwell, Sam Shepard, Jeremy Renner, Zooey Deschanel, insomma un bel gruppo di attori di culto, prodotto dalla Plan B Entertainment di Brad Pitt (come il film successivo di Dominik, “Killing them softly”, come questo “Blonde”), fotografato da Roger Deakins e con le musiche di Nick Cave e Warren Ellis Il film, presentato in anteprima a Venezia 64, ha una gran bella storia (da un racconto dello scrittore Ron Hansen, sceneggiato poi da Dominink) e oggettivamente è una gran bella cosa da guardare (lo trovate su diverse piattaforme per due spicci).

Dominik ha diretto anche lo straordinario “One more time with feeling”, che racconta la parte finale della registrazione di “The Skeleton Tree” di Nick Cave, realizzato dietro richiesta del cantante per evitare interviste sull’album e sulla morte del figlio Arthur.

 

È chiaro che Dominik ha un gusto per la morte, per il racconto di personaggi segnati da un destino oscuro e “Blonde” è un soggetto per lui così perfetto che ci sta lavorando dal 2010: la prima attrice a interpretare Marilyn avrebbe dovuto essere Naomi Watts, poi sostituita nel 2014 da Jessica Chastain, ma il progetto aveva bisogno di soldi, e per trovare soldi serve tempo così si arriva al 2016, con l’annuncio di una distribuzione Netflix e al 2019 con quello della protagonista definitiva, Ana De Armas.

 


A me è piaciuta la versione di Marilyn di Michelle Williams in “My week with Marilyn”, ma se le aspettative sono a mille non è tanto per l’attrice protagonista, ma è per via del Libro. Delle Parole del Libro. Delle Immagini evocate dal Libro. Io non so se Blonde sia il Grande Romanzo Americano: quello che so è che le sue ottocento pagine raccontano una storia di solitudine abbandono paura dolore umiliazione e follia. Quello che so è che è un libro pieno di morte eppure è un libro della vita. Quello che so è il pianoforte bianco, il tappeto di pelliccia, i gemelli, Rose sul cartellone di Niagara, l’Attrice Bionda, l’Ex-Atleta, l’Amica Magica, il Drammaturgo, tutto quel bianco e tutto quel sangue, il vestito di paillettes, la telefonata, tutto mi scorre davanti agli occhi quando ripenso a Blonde, tutte quelle parole d’amore e di ossessione dentro e fuori dalla testa di Marilyn e ho così voglia di sentirle risuonare che le rileggerò ancora tutte. Da capo.

 

 

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