Piacenza piange, ma resiste: analisi del mercato del lavoro in tempo di Covid

23 Marzo 2021 16:34

Piacenza piange, ma resiste. La pandemia ha colpito duro l’economia del nostro territorio, ma rispetto al resto della regione la provincia piacentina ancora tiene. E si dimostra capoluogo di resilienza. Lo dicono espressamente la presidente della Provincia Patrizia Barbieri e il direttore generale Vittorio Silva durante la presentazione dell’analisi del mercato del lavoro e del sistema socio-economico del 2020 da parte di Piacenz@Economia Lavoro e Società stamattina, 23 marzo: “Ci siamo confrontati con un periodo drammatico perché gli effetti della pandemia si sono fatti sentire anche sul settore socio-economico – spiega Barbieri – eppure il nostro tessuto è riuscito a dimostrare doti di resilienza maggiori rispetto ai trend regionali”. “Quello che notiamo è un andamento più piatto, con picchi e flessioni meno accentuate – fa notare Silva – e questo può essere dovuto almeno in parte alla composizione settoriale della nostra economia. Si conferma comunque la resilienza del territorio provinciale rispetto alle crisi”.

I dati, presentati da Antonio Colnaghi della Provincia, confermano le loro parole: nel mondo dell’industria e dell’artigianato ad esempio il calo di fatturato nel secondo trimestre 2020 si è assestato al 15,8 e al 15,2 per cento a Piacenza a fronte del 19,3 e del 22 per cento in Emilia Romagna. Discrepanze, queste, che si notano anche sulla produzione e sugli ordini: quelli industriali a Piacenza calano del 16 e del 12,9 per cento, in regione del 19,4 e del 16,7. E idem accade nell’artigianato con differenze di sei, sette punti percentuali a favore del nostro territorio.

“Anche sul commercio al dettaglio la discrepanza si nota – spiega Colnaghi – nel secondo trimestre 2020 le vendite a Piacenza calano dell’8,7, in Emilia Romagna del 13,1”. Per quanto riguarda invece avviamenti e cessazioni, la variazione solo negativa è di 2825 posizioni di lavoro dipendente perse da marzo a maggio 2020 a fronte di 1990 venute meno dal 2019 al 2020: fra i settori ad arretrare maggiormente il passo sono commercio, alberghi e ristoranti, industria e altre attività dei servizi con un uso della cassa integrazione guadagni di circa 9 milioni e 600 mila ore nel primo semestre 2020. Di fatto però anche in questo caso il saldo, pur negativo, è meno pesante rispetto ad altre realtà della regione.

IL RAPPORTO PIACENZ@ECONOMIA

© Copyright 2024 Editoriale Libertà