Al via a Piacenza la raccolta firme per il referendum sul lavoro della Cgil

24 Aprile 2024 11:08

Il segretario provinciale Cgil, Ivo Bussacchini, all’assemblea del 24 aprile

A Piacenza prende il via giovedì 25 aprile la campagna referendaria che la Cgil ha introdotto attraverso quattro domande per ridurre la precarietà e garantire più sicurezza negli appalti. Proposte che il segretario regionale Massimo Bussandri e il segretario provinciale Ivo Bussacchini hanno presentato mercoledì 24 aprile in un’assemblea, organizzata alla Camera del Lavoro di Piacenza, ai delegati dei luoghi di lavoro del territorio.

obiettivo diecimila firme a piacenza

Referendum per i quali il sindacato si appresta a raccogliere entro l’estate le 500mila firme necessarie per andare poi al voto nella prossima primavera. L’obiettivo è raccoglierne a Piacenza e provincia oltre 10mila. L’appuntamento per la prima iniziativa provinciale a Piacenza di raccolta firme è in piazza Cavalli, dopo le orazioni ufficiali della mattinata della Festa di Liberazione, con un banchetto che verrà allestito nella principale piazza della città emiliana. Negli stessi luoghi di Piacenza Collettiva, settimana di festa e di popolo organizzata da Cgil, Arci e Anpi si raccoglieranno le firme per i quattro referendum su licenziamenti, contratti a termine e sicurezza.
Sarà possibile firmare per i referendum anche sul sito della Cgil.

le parole del segretario regionale bussandri

“Sono quattro referendum – ha spiegato il segretario generale Bussandri – che hanno tre temi al centro: licenziamenti, precarietà e appalti. Attraverso questi referendum vogliamo riproporre nel nostro Paese una discussione sul modello di sviluppo: quello di oggi, infatti, è profondamente sbagliato, dato che si fonda su troppa precarietà, troppi appalti e un’eccessiva attenzione ai margini di profitto, a discapito dei salari e della qualità del lavoro. Inoltre, le tragedie degli ultimi mesi segnalano anche una scarsissima attenzione alla salute, alla sicurezza e alla vita dei lavoratori.
Anche in Emilia Romagna – ha proseguito Bussandri – non siamo purtroppo immuni a questo modello produttivo: in questi primi mesi dell’anno si è registrata una cassa integrazione sia ordinaria sia straordinaria in costante aumento. Cosi come aumentano gli infortuni e le morti sul lavoro, nonostante – come detto – i volumi produttivi siano in calo. I quattro quesiti che proponiamo vanno proprio a contrastare questo modello. Partiamo il 25 aprile proprio perché la dignità e la libertà del lavoro sono temi che ci sono stati tramandati dalla nostra Costituzione, conquistata dalla Resistenza. In Emilia Romagna abbiamo l’obiettivo di raccogliere 236mila firme su ogni quesito referendario”.

Ecco le proposte avanzate dalla Cgil “per ridurre la precarietà e garantire più sicurezza negli appalti”.

il primo quesito: diritto alla reintegrazione

Il primo quesito mira a cancellare l’intero decreto legislativo 23 del 2015, il famoso “Jobs Act”, una legge che ha di fatto reso inapplicabile nel 90 per cento dei casi l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: un’azienda con più di 15 dipendenti può licenziare in maniera illegittima, quindi anche se non c’è giusta causa o giustificato motivo soggettivo o oggettivo (ristrutturazione dell’impresa, crisi aziendale, soppressione del posto, ecc.) e il lavoratore non può essere reintegrato: ha diritto solo a un indennizzo che viene stabilito esclusivamente in base agli anni di servizio nell’azienda (elemento peraltro dichiarato incostituzionale dalla Consulta).

il secondo quesito: tutele contro i licenziamenti

Il secondo quesito riguarda le aziende sotto i 15 dipendenti. Se un lavoratore viene licenziato, va dal giudice e dimostra che il suo è stato un licenziamento illegittimo, la legge prevede la riassunzione o l’indennizzo. Il referendum della Cgil chiede di abrogare le norma che mette un tetto massimo all’indennizzo che è di 6 mensilità, maggiorabile dal giudice fino a 10 mensilità.

il terzo quesito: superare la precarietÀ

Il terzo quesito riguarda il contratto a termine e vuole intervenire sulle norme che ne hanno liberalizzato l’uso, nel privato come nel pubblico.

il quinto quesito: lavoro piÙ sicuro negli appalti

Per il quarto quesito siamo nel campo degli appalti e in particolare della sicurezza negli appalti. Oggi se un’azienda dà in appalto un’attività a un’altra e questa a un’altra ancora, i committenti non sono responsabili in solido in caso di infortunio o di malattia professionale del lavoratore. Il quesito vuole cancellare la norma che esclude questa responsabilità.

IL SERVIZIO DI MARCELLO TASSI

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