Madonna Sistina di Raffaello rivive a Piacenza in una mostra inedita

25 Maggio 2021 16:38

E’ stata presentata, il 25 maggio, nel cortile del monastero di San Sisto la mostra “La Madonna Sistina di Raffaello rivive a Piacenza”, che sarà inaugurata sabato 29 maggio e proseguirà fino al 31 ottobre. Erano presenti due curatori della mostra, Manuel Ferrari, responsabile dei beni della Diocesi piacentina, ed Eugenio Gazzola, critico d’arte. Assente la terza curatrice, Antonella Gigli, dirigente dei Musei civici di Palazzo Farnese. Al tavolo dei relatori anche Alberto Dosi, responsabile della Cultura della Fondazione di Piacenza e Vigevano, tra gli enti che hanno sostenuto l’iniziativa insieme ad istituzioni pubbliche e a sponsor privati.

“L’iniziativa – ha spiegato Dosi – fa parte di una serie iniziata qualche anno fa con la Diocesi, e su tutte ricordo la “Salita al Guercino”, con cui la città ha iniziato ad aprire a tutti i suoi tesori. Mi viene in mente una frase dell’ex vescovo Ambrosio – ha proseguito Dosi -: ‘Sapete perché l’uomo e la donna hanno due mani? Perché con una danno e con l’altra ricevono’. Ecco, credo che questo sia un concetto legato a questa mostra e la Fondazione è molto lieta di aver contribuito a sostenere l’iniziativa”.

La parola è dunque passata a Manuel Ferrari, che a fine conferenza si è alternato con Eugenio Gazzola a guidare le visite, in anteprima, alla mostra, anticipandone gli aspetti di rilievo, tra cui la storia della Madonna Sistina, rivissuta in maniera esperienziale attraverso molti video e filmati, ma nello stesso tempo attraverso quella del Monastero di San Sisto. “Abbiamo restaurato alcune parti mai viste prima, come l’Appartamento dell’abate, e ricostruito, attraverso un visore, il luogo in cui si trovava il quadro originale. C’è anche un filmato, che ha coinvolto attori piacentini, sulla trattativa per la vendita”. Il racconto e i filmati sono stati curati da Elena Pedrazzini, Ceo di Twin Studio, con lo staff diretto dallo sceneggiatore e regista Tomaso Pessina.
Gazzola si è infine soffermato sulla “fama mondiale di cui gode il dipinto, ora conservato a Dresda. Andy Warhol, la cui famiglia era originaria del nord della Slovacchia, conosceva bene la Madonna Sistina, tanto che ne teneva una copia sul suo letto e un’altra nel suo studio. Inoltre – ha proseguito il critico – tanti intellettuali, anche laici, l’hanno descritta nelle loro opere letterarie, esposte in un pannello della mostra. Infine, c’è la popolarità iconica dei due angeli, presi in prestito da molti oggetti e da Fiorucci come simbolo”. Gazzola ha poi ripercorso il primo step piacentino verso la Madonna Sistina: “Nel 1983 ci fu un convegno con alcuni tra i massimi esperti e, da quel momento, ci si è confrontati nuovamente sul dipinto e sulla sua storia”. Nel 1983 ricorrevano i 500 anni dalla nascita mentre la mostra che apre sabato, e che doveva svolgersi l’anno scorso ma è slittata a causa della pandemia, è stata pensata per celebrare i 500 anni dalla morte del pittore.

L’esposizione, già anticipata da alcuni concerti del festival “Parmi sentir piacere” nella galleria che conduce all’appartamento dell’abate, proporrà strada facendo molti altri appuntamenti: concerti, incontri, un convegno ed esperti che hanno contribuito al catalogo insieme allo stesso Gazzola. Il riferimento è al sito www.piacenzapace.it/sistina e agli operatori presenti solo in orario di biglietteria ai numeri di telefono 349.5169093 oppure 349.8078276 in via San Sisto, 9 a Piacenza. Le aperture della mostra si terranno al venerdì dalle 15 alle 20, al sabato dalle 10 alle 20 e alla domenica dalle 12 alle 20, con possibilità di concordare visite in altri momenti per gruppi di almeno 15 persone.

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