Dai gradini del liceo l’appello disperato dei pakistani: “Fa troppo freddo, aiutateci”

20 Ottobre 2023 03:06

“Can you help me, please. I have very fever, today I’m very sick. I sleep in outside. Today very cold”. È mercoledì sera, pochi minuti dopo la mezzanotte: il primo freddo si abbatte sulla nostra città e un richiedente asilo proveniente dal Pakistan – uno dei tanti, troppi immigrati senzatetto in attesa di una risposta dalla questura – ci scrive su Whatsapp per lanciare un disperato grido di aiuto. “Mi potete aiutare per favore. Ho molta febbre, oggi sto male. Dormo fuori. Fa parecchio freddo” è la traduzione del suo messaggio.

Ha 29 anni, ha pagato quasi cinquemila dollari per avere una tratta sicura di emigrazione, tutta o quasi a piedi: dal Pakistan all’Iran, poi in Turchia, Bulgaria, Serbia, Bosnia e Grecia, fino all’arrivo in Italia all’inizio di settembre. Ora vive in strada e dorme sulla scalinata del liceo Colombini in via Beverora, luogo strategico perché si trova a pochi passi dalla questura di Piacenza: gli uffici gli hanno però dato appuntamento a dicembre per avviare la richiesta di asilo e poter così accedere al sistema dell’accoglienza, nel frattempo il giovane rimane quindi in estenuante attesa di un sostegno dalle istituzioni.

A Libertà e Telelibertà, l’assessore ai servizi sociali Nicoletta Corvi spiega che “è sempre un dispiacere rendersi conto che ci sono persone in difficoltà, come lo sono gli stranieri che in questi giorni si trovano a dover passare la notte nelle vicinanze della questura. Per loro esiste un percorso stabilito dalla legge che prevede la provvisoria sistemazione nei Cas, ovvero i centri di accoglienza gestiti dallo Stato”. Corvi rimarca che “si tratta di richiedenti asilo che si sono presentati spontaneamente alla polizia, sono stati identificati e, non avendo mezzi di sussistenza, hanno il diritto di richiedere l’inserimento nel circuito dell’accoglienza che, in questi casi specifici, è di competenza statale”.

IL SERVIZIO DI THOMAS TRENCHI:

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