De Castro in visita alla Valcolatte difende l’Europa. E pranza a casa Panizzi

16 Marzo 2024 05:00

Enzo Panizzi con l’ex ministro Paolo De Castro e Luca Quintavalla, responsabile enti locali del Pd di Piacenza

«L’Europa è amica dell’agricoltura. C’è stata una serie di circostanze che ha fatto percepire il contrario, ma l’Unione ha a cuore il comparto e noi siamo lì per sostenerlo». Paolo De Castro, il difensore del made in Italy in Europa, passa tre ore del venerdì in visita a Pontenure, ospite alla Valcolatte di Enzo Panizzi. Una scappata conviviale in quella che l’eurodeputato definisce «un’azienda storica, che sta dimostrando capacità d’innovazione e una presenza sul mercato straordinarie, non solo come produzione, ma anche come qualità». La stima è reciproca, tanto che il patron Panizzi definisce l’ospite «il nostro avvocato difensore in Commissione europea. E anche il più grande esperto in materia di agricoltura in Italia, un’enciclopedia di normative e un politico perbene, che sa come aiutare e governare con regole giuste il nostro settore».

 

L’Europa non è cattiva – «Il comparto ha bisogno, ma non diciamo che l’Europa è cattiva: investe 57 miliardi l’anno sul comparto – continua – Sicuramente il pacchetto della transizione ecologica ha introdotto troppe novità da digerire tutte insieme, ma i tentativi di modificare la Pac – la Politica agricola comunitaria che è stato l’atto costitutivo dell’Unione – sono stati rispediti al mittente. Tutti». E andiamo ad elencare: c’era l’odioso regolamento che proponeva un deciso taglio all’uso dei fitofarmaci rendendo impossibile coltivare alcuni prodotti, «ma lo abbiamo rispedito indietro già lo scorso novembre», poi la direttiva sulla riduzione delle emissioni non industriali, con le vacche paragonate alle fabbriche, «e in questo caso siamo riusciti a far escludere i ruminanti. I suini no, ma erano già nella direttiva precedente che comunque richiede a questi tipi di allevamenti permessi speciali per operare», continua De Castro. I forconi si sono alzati anche contro il regolamento “Ripristino della natura”, «ma dopo una fitta serie di incontri, l’agricoltura è stata completamente esclusa dall’ambito del ripristino e dunque non c’è alcun vincolo di messa a riposo delle terre».

De Castro con Quintavalla, Panizzi e una dipendente dell’azienda

L’Unione fa la forza – L’unica via per salvare le nostre aziende è stare uniti. «Quando si pensa ai nostri prodotti, dobbiamo sempre tenere come riferimento le mele del Trentino – continua De Castro – I piccoli produttori da soli non possono contare. Ma se consorziati o inseriti in cooperative, organizzati, allora sì che possono esprimere tutta la potenza dell’agroalimentare made in Italy. Ossia 63 miliardi di euro di export annui, quasi come la Francia, che ne fa 75 ma è tutta pianura coltivata. Noi siamo valli, colline, montagne, e molti piccoli agricoltori. Dobbiamo essere uniti, anche a livello locale: solo così si conta in Europa e nel mondo».

La tavola preparata da Liliana Villa per l’ospite

Dopo la visita, il pranzo a casa Panizzi – Per l’occasione, in un clima informale in cui l’ex ministro e l’imprenditore si danno del tu, la famiglia ha ospitato De Castro a casa, per una colazione a base di piatti piacentini preparati da Liliana, amministratore unico di Valcolatte ma anche moglie del patron dell’azienda. Tortelli con la coda, pisarei e fasò, tovaglia di fiandra: per il difensore del made in Italy, l’orgoglio del made in Piacenza nel piatto.

© Copyright 2024 Editoriale Libertà