“Aprire o morire”, l’assessore Passoni agli esercenti: “Tariffa simbolica sul plateatico”

01 Maggio 2020 03:37

“Vogliamo esentare gli esercenti dal pagamento dell’imposta Cosap, il canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche, per il periodo nei quali sono rimasti chiusi a causa dell’allerta sanitaria da Covid-19”. Lo comunica l’assessore al bilancio del Comune di Piacenza Paolo Passoni, rispondendo alle richieste avanzate dal comitato “Aprire o morire” composto da circa 150 negozi, liberi professionisti e pubblici esercizi esclusi dalle riaperture del 4 maggio. Un gruppo di imprese sul piede di guerra, pronto a organizzare un sit-in di protesta in piazza Cavalli nella giornata di mercoledì 6 maggio. Passoni, però, cerca di raffreddare gli animi: “La Giunta Barbieri è più che disponibile ad attuare una parte delle misure rivendicate”.

Il comitato piacentino, fra le altre cose, insiste sulla possibilità di ampliare gratuitamente il dehors. “Per questioni tecniche, probabilmente – replica l’assessore – l’estensione del plateatico a quota zero potrebbe non essere possibile. Ma si potrebbe istituire una tariffa simbolica, direi irrilevante. È una richiesta comprensibile: nell’ottica di assicurare il distanziamento sociale di operatori e clienti, l’allargamento delle metrature esterne di bar e ristoranti servirà a compensare la perdita degli spazi interni. Detto questo, però, bisognerà tenere conto anche di eventuali problematiche viabilistiche nell’ampliamento di alcuni dehors“.

“E’ quasi impossibile – aggiunge Passoni – produrre un atto formale prima del 6 maggio. L’amministrazione comunale, comunque, punta a dare una risposta positiva ad alcune richieste avanzate dagli esercenti, con l’auspicio che questo impegno possa bastare a scongiurare l’iniziativa di piazza”.

150 IMPRESE PRONTE A SCENDERE IN PIAZZA – Nel frattempo anche tatuatori, estetisti e parrucchieri hanno aderito alla contestazione. “Già nei primi giorni di allerta, prima ancora che il governo emanasse i decreti restrittivi – spiega Erika Molteni di Wonderland Tattoo – diversi studi piacentini hanno abbassato la saracinesca volontariamente, con grande senso di responsabilità. Per qualcuno, però, il primo giugno potrebbe essere addirittura il centesimo giorno di chiusura. Noi tatuatori siamo abituati al rispetto di procedure igieniche rigorose e quotidiane, perciò potremmo riaprire in sicurezza o quantomeno ottenere certezze ad oggi assenti. Siamo una categoria fantasma, per nulla considerata dalle istituzioni. Eppure, proprio come gli altri esercenti, stiamo sostenendo una marea di spese a fronte di zero incassi”.

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