Trend in crescita, 116 quelle rilevate a Piacenza nel 2019

13 Luglio 2020 11:15

Le frodi creditizie mediante furto di identità, con il successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari altrui per ottenere credito o acquisire beni con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene, continuano ad avere un impatto non trascurabile sul credito alle famiglie. L’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sulle frodi creditizie e i furti di identità realizzato da Crif-MisterCredit evidenzia che nel 2019 in Emilia Romagna sono stati 2.042 i casi di frode rilevati, dato che posiziona la regione al settimo posto della graduatoria nazionale, guidata nell’ordine da Campania, Lombardia e Sicilia.

A Piacenza le frodi rilevate sono state 116, un numero che colloca la nostra provincia al penultimo posto nella classifica dei territorio più colpiti in regione. Il maggior numero di frodi è stato registrato nella provincia di Bologna, con 410 casi (che la collocano al 19° posto nel ranking nazionale), seguita da Modena, con 370 (25° posizione), da Reggio Emilia, con 263, e Parma, con 236. In Italia i casi rilevati siano stati oltre 32.300 per un danno stimato che complessivamente supera i 150 milioni di Euro.

La costante crescita di questo fenomeno criminale non sembra arrestarsi, tanto che le elaborazioni relative alla prima parte del 2020 mostrano una ulteriore incremento nei primi due mesi dell’anno prima che il lockdown disposto dal Governo attenuasse la dinamica nel successivo bimestre, con la drastica riduzione degli spostamenti delle persone e la temporanea chiusura della quasi totalità degli esercizi commerciali.

Le principali categorie di beni acquistati con un finanziamento fraudolento
Tra le forme tecniche di credito in cui si registra il maggior numero di eventi fraudolenti spiccano i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi, che rappresentano la metà del totale, seguiti  dalle frodi sulle carte di credito (con il 30,7%) e da quelle sui prestiti personali, che arrivano a spiegare il 9,2% del totale. Entrando nel dettaglio dei beni e servizi acquistati con un finanziamento ottenuto in modo fraudolento, quasi un terzo dei casi ha per oggetto elettrodomestici ma una quota significativa riguarda anche i comparti auto-moto (11,8% del totale), elettronica, informatica e telefonia (8,6%) e arredamento (8,4%). Aumentano i casi che hanno come oggetto di frode consumi (6,9% del totale ma +57,8% rispetto alla precedente rilevazione), spese professionali, trattamenti estetici/medici e soprattutto, prodotti assicurativi, che pur spiegando solo l’1,0% sono più che raddoppiate. Per quanto riguarda il tipo di bene acquistato fraudolentemente in rapporto all’erogato, le categorie più colpite sono quelle del travel/entertainment, i consumi e l’elettronica/  informatica/telefonia. Relativamente all’importo dei finanziamenti ottenuti in modo fraudolento, se la media complessiva risulta pari a circa 4.650 Euro, nel 21,3% dei casi il valore risulta compreso tra 1.550 e 3.000 Euro, mentre nel 20,3% è inferiore ai 1.500%. Nel 18,1% dei casi, però, supera i 10.000 Euro.

 Il profilo delle vittime
Dall’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio Crif – Mister Credit sui furti di identità e le frodi creditizie emerge che, ancora una volta, la maggioranza delle vittime sono uomini (61,2% dei casi). Relativamente alla distribuzione per fascia di età, quella in cui si si rileva il maggior numero di casi è quella degli under 30 anni, con il 23,8% del totale. Seguono la classe compresa tra i 41 e 50 anni, con il 23%, e quella tra 31 e 40 anni, con il 21,2% Relativamente alla tipologia del contratto di lavoro, dall’analisi condotta dall’unità antifrode Bpo di Crif è emerso che l’1,2% delle pratiche di finanziamento di lavoratori dipendenti è risultata non conforme, contro un’incidenza dello 1,0% per i lavoratori autonomi e un residuale 0,16% per altre categorie come i Cococo.

Come vengono perpetrate e quando vengono scoperte le frodi creditizie?
Analizzando gli alert sui documenti identificativi segnalati sui servizi di prevenzione frodi gestiti da Crif con anche la tramitazione delle banche dati Scipafi, emerge che nell’81,7% dei casi i frodatori hanno utilizzato una carta di identità falsa o contraffatta, nel 16,1% dei casi una patente, nell’1,8% un passaporto e nello 0,3% un permesso di soggiorno. Per quanto riguarda i tempi di scoperta delle frodi, infine, sono caratterizzati principalmente da due macro categorie: se da un lato il 53% dei casi viene scoperto entro 6 mesi, dall’altro lato continuano ad emergere frodi commesse anche 3, 4 e addirittura 5 anni prima. Queste ultime, in particolare, rappresentano il 14% del totale e risultano in costante crescita. Infine, dall’Osservatorio Crif-MisterCredit emerge anche che la metà delle frodi scoperte entro 6 mesi riguardava finanziamenti di importo inferiore ai 5.000 Euro mentre per quelli con valore superiore ai 10.000 Euro in un caso su 4 servono oltre 5 anni.

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