No, The Day Before non è una truffa, ma qualcosa che non torna c’è…

Di Andrea Peroni 07 Febbraio 2023 04:35

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Il mercato dei videogiochi è molto complesso, è un agglomerato stratificato di studi, publisher e giocatori che pensano di andare nella stessa direzione e invece finiscono con lo scontrarsi spesso l’uno con l’altro, generando un mostro mediatico di più o meno grandi proporzioni che divora tutto quanto. Naughty Dog lo sa molto bene: all’inizio del 2020, in piena pandemia, lo studio venne colpito da una clamorosa fuga di notizie con i video di The Last of Us 2 trapelati in anticipo, e una rumorosa fetta di community, armi alla mano, si preparò a dar guerra allo studio per le coraggiose scelte narrative definite però senza senso – ancora prima che il gioco venisse lanciato, chiaramente. Tornando all’autunno scorso, qualcosa di simile è accaduto a Rockstar Games con i famosi leak di una vecchia build di Grand Theft Auto 6, che molti utenti, particolarmente ignoranti in materia, hanno già colpevolmente definito “una delusione”. Ok, ma andiamo avanti.

Il problema non è quando il pubblico, bene o male informato che sia, percepisce un prodotto in una certa maniera, ma quando invece sono gli stessi sviluppatori o produttori a creare il patatrac. Prendiamo Abandoned, per esempio. Presentato poco meno di due anni fa, il survival horror di tale Blue Box Game Studios doveva essere rivelato con tanto di titolo completo in estate attraverso un evento del tutto inedito per PlayStation. Nel tempo, iniziarono a moltiplicarsi le voci che vedevano coinvolto nel progetto anche Hideo Kojima e che si trattasse di un reboot di Silent Hill, generando un hype spaventoso. Risultato: niente di tutto questo era vero, ma solo una trovata di marketing (e forse qualche esagerato sogno di un fan) per cercare finanziatori da coinvolgere in un gioco che oggi, testimonianze alla mano, non esiste. Una storia molto curiosa, ma non è questo il momento opportuno per parlarne.

E poi arriva The Day Before. Era il 29 gennaio 2021 e Ign, nota testata internazionale, mostrò in esclusiva il primo trailer di questo inedito survival mmo a base di zombie sviluppato dal poco noto studio Fntastic. Tutto ciò che gli sviluppatori e il publisher Mytona mostrarono al tempo del reveal, così come nel corso dei mesi successivi, profumava di capolavoro annunciato: The Day Before prendeva le dinamiche di The Last of Us, State of Decay e The Division mescolandole in un’esperienza unica, studiata nei minimi dettagli e condita da un comparto grafico letteralmente da urlo con ray tracing, texture folli, ombe, modelli poligonali, tutto straordinario. Ma davvero straordinario. Eppure, qualche leggero sospetto iniziò a insinuarsi nella mente di alcuni giocatori. Davvero questo sconosciuto team, il cui curriculum si compone solamente di piccoli indie di bassa caratura, ha tra le mani una bomba nucleare di questo tipo? Forse no.

The Day Before ha fatto molto parlare di sé, ma l’impressione largamente diffusa è che questo titolo, in realtà, sia fin troppo bello per essere vero, e in effetti il primissimo scorcio di gameplay mostrato all’inizio dell’anno conferma queste sensazioni mettendo in mostra un enorme download grafico, limitazioni tecniche importanti che coinvolgono ad esempio l’Ia, e molte altre mancanze rispetto all’incredibile livello di dettaglio e realismo che era stato promesso. La ciliegina sulla torta, nel caos di una comunicazione praticamente assente per interi anni, arriva alla fine di gennaio, quando Fntastic, a poco più di un mese dalla pubblicazione del suo gioco (che ancora non si è fatto vedere, ricordiamo), lo rinvia di ben otto mesi per un problema burocratico legato al trademark, posseduto da un privato negli Stati Uniti. Sì, il marchio The Day Before, presentato anni or sono, non è in mano ai suoi creatori. Follia? In realtà si tratta di un inconveniente che accade più frequentemente di quanto si possa pensare, ma ciò che ha suscitato grandi dubbi è il tempismo di questa comunicazione.

Nei giorni successivi a questa ampiamente criticata dichiarazione, il team, attraverso Ign, ha ammesso che la scusa del trademark, che comunque è un problema reale per lo studio e il publisher, non è la reale motivazione per il gargantuesco rinvio, in realtà già deciso in precedenza da Fntastic. Inizialmente, dicono gli sviluppatori, questo annuncio sarebbe dovuto arrivare durante il gameplay reveal, anche questo inizialmente rinviato indefinitamente e pubblicato poi il 2 febbraio dalla stessa testata con un corposo reveal che ha in realtà ridimensionato le aspettative. Anche in questo caso, un grandeo caos.

The Day Before è forse una truffa? È un gioco che in realtà non esiste? Fntastic rispedisce al mittente le accuse, spiegando di aver sputato sudore e sangue per anni su questo ambizioso progetto del quale non vede l’ora di mostrare di più, venendo frenata da questioni più grandi. Sotto sotto, però, qualcosa c’è, e la colpa di tutto questo clamore è proprio dell’inesperto team e della sua incredibile, mai aggettivo fu più azzeccato, presentazione. The Day Before appare come il classico passo più lungo della gamba, lo stesso che all’epoca fece Hello Games con quel No Man’s Sky che oggi, tuttavia, è un signor survival. Ma per arrivare a dire se il suo destino sarà lo stesso, ovviamente, mancano ancora tanto tempo. Troppo. Dopo anni dall’annuncio, tutto quello che abbiamo tra le mani è un video gameplay che hasolo avuto l’onore di ridimensionare notevolmente le aspettative del pubblico. E forse, a dirla tutta, è anche meglio così.

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