Sopravvissuto agli attentati di Parigi, Barraud: “Scrivere è la mia nuova vita”

20 Novembre 2021 03:54

Ricorda come fosse ieri quell’esatto istante in cui la sua vita è cambiata per sempre: gli spari, il sul corpo che fa da “scudo umano” per salvare la sorella minore, i proiettili che gli entrano in un polmone e nella coscia, il terrore e le urla della gente. Quei drammatici istanti rimarranno per sempre scolpiti nella mentre e nel cuore di Aristide Barraud, ex campione di rugby (con un passato a Piacenza, tra le fila dei Lyons) sopravvissuto agli attentati terroristici di Parigi del 13 novembre 2015. Eventi che hanno sconvolto il mondo e l’esistenza del 32enne francese, che dopo una lunga riabilitazione ha dovuto dire addio all’attività agonistica a causa delle ferite riportate.

La certezza di dover ricominciare da capo, la paura di non farcela ma al tempo stesso il grande amore della gente vicino a lui, la consapevolezza di essere diventato un simbolo: sensazioni che Barraud ha saputo trasformare in spinta per andare avanti, per iniziare una nuova vita. Tutto questo sta alla base del libro “Ma non affondo”, l’autobiografia (edita in Italia da OperaIncerta) che Barraud ha presentato ieri, venerdì 19 novembre, in Sant’Ilario a Piacenza. Un incontro, al quale hanno preso parte gli amici di sempre dei Lyons assieme a numerosi cittadini, presentato dal caposervizio sport del quotidiano Libertà Giorgio Lambri, organizzato in collaborazione con l’amministrazione comunale e l’Asd Rugby Lyons Piacenza.

“Ho vissuto qualcosa di tragico e straordinario – ha spiegato Barraud -. Sono riuscito a superare questo evento terribile sono grazie all’amore che avevo attorno a me, con gli amici di Piacenza che mi sono stati vicini sin dal primo momento. Questo libro è un modo per restituire a tutta questa gente l’amore che mi ha dato: un libro che, partendo da quello che è successo, si focalizza su come sono riuscito a trovare nella felicità e nelle piccole cose della vita la forza per superare la tragedia. Inizialmente facevo fatica ad immaginarmi un dopo. Adesso posso dire che il mio presente, la mia vita, sono diventati la scrittura, nella quale metto la stessa dedizione e passione che avevo per la palla ovale. Posso dire di essere felice e questo libro ne è la prova, un messaggio che mi sento di lanciare al mondo intero: solo con l’amore è possibile lasciarsi alle spalle una tragedia”.

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