A processo per false dichiarazioni Isee per la casa popolare: assolto

27 Giugno 2014 07:15

Tribunale di Piacenza

E’ stato assolto dal giudice Elena Stoppini “perchè il fatto non costituisce reato” il piacentino accusato di aver falsificato la dichiarazione Isee per ottenere la casa popolare dal Comune di Piacenza. Oggi in tribunale si discuteva l’opposizione che i suoi legali avevano presentato contro il decreto penale che lo aveva inizialmente condannato, il giudice ha invece ritenuto che non ci fosse dolo nel suo operato. “E’ vero che inizialmente aveva presentato una documentazione incompleta – spiega il legale, Leone Astrua – ma solo per un errore materiale: non sapeva, infatti, di dover riportare oltre al suo anche il reddito del figlio che vive in famiglia. Non appena ne è stato informato ha provveduto a integrare la domanda, ma purtroppo i termini erano già scaduti e dunque si è innescato tutto il procedimento, anche penale. Siamo riusciti a dimostrare l’assoluta mancanza di dolo, tenendo presente anche che il mio assistito è come se si fosse autodenunciato presentando la documentazione integrativa e non è mai entrato nelle graduatorie per gli alloggi Erp, quindi non ha sottratto il posto a nessuno”.

“DOCUMENTI FALSI PER AVERE LA CASA POPOLARE”, PIACENTINO A PROCESSO – Si finge povero per ottenere l’alloggio popolare. Il Comune di Piacenza si costituirà parte civile nel processo che si apre oggi in tribunale a carico di un piacentino accusato di “falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico” per aver falsificato i dati inerenti il reddito percepito. Un espediente utilizzato per alterare la propria dichiarazione Isee, ottenendo quindi più punti nella graduatoria per l’assegnazione delle case popolari e scavalcando coloro che invece ne avrebbero avuto più diritto.
Un caso scoperto dalla task force messa in campo da Comune e Acer proprio per scovare questo tipo di stratagemmi, anche se in questo caso pare si tratti di un episodio particolarmente grave, tanto da essere arrivato a giudizio in tribunale e da aver portato il Comune a costituirsi parte civile. L’amministrazione non chiederà denaro, ma intende riaffermare il principio di assoluto rigore e legalità in un ambito così importante e delicato come quello dell’edilizia popolare.

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