Niente logistica senza accordo territoriale. Metà delle richieste già bocciate

12 Febbraio 2019 12:26

Stop, per ora, alla logistica nel comparto tra Roncaglia e Borghetto. Le 83 richieste di “sviluppare parchi industriali-logistici integrati” depositate in Municipio nei mesi scorsi restano al palo. Manca infatti lo specifico accordo territoriale tra Comune e Provincia previsto dalle pianificazioni urbanistiche vigenti.
Cadono nel vuoto dunque gli allarmi sollevati da Legambiente, dai cittadini di Roncaglia e dai comitati civici sugli 1,3 milioni di metri quadrati tre lotti di terreno agricolo tra i Dossi e strada Caorsana che lasciano il passo all’invasione di capannoni quantificati in 500mila metri.

Ieri, 12 febbraio, in commissione comunale territorio è stato dunque ribadito un dato già noto da 11 anni. In esame c’erano i criteri di valutazione delle manifestazioni di interesse a costruire avanzate dai privati che mettono in conto di presentare piani edilizi previsti dall’attuale (Piano strutturale comunale) in attesa della redazione del (Piano urbanistico generale) che lo sostituirà ridisegnando la città.

“Per me la questione del bollone è fuori da questa delibera”, ha spiegato una volta per tutte Tommaso Foti, Fratelli d’italia. Foti ha anche spiegato che delle 83 manifestazioni di interesse pervenute la metà sono già non ammissibili, le altre verranno scremate dai criteri.

Ma non c’è solo logistica nelle manifestazioni di interesse. L’altro capitolo riguarda gli insediamenti commerciali. I criteri presentati ieri definiscono valutabili quelli in aree potenzialmente urbanizzabili: supermercati di medie dimensioni (fino a 2.500 metri quadrati di superficie di vendita) sono ammessi in aree di recupero a destinazione prevalentemente produttiva.

“Non si valuterà la concentrazione di più medie strutture”, si legge nella delibera di indirizzi: “significa il divieto di accorpare due medie strutture da 2.500 metri per realizzarne di fatto una di 5mila metri”, ha spiegato l’assessore Eirka Opizzi, ma supermercati distinti rimangono ammessi anche se ravvicinati come oggi è nell’area di via Calciati. A tale proposito Michele Giardino (gruppo misto) ha consigliato di «specificare il concetto di concentrazione», mentre Andrea Pugni (M5s) ha chiesto rassicurazioni sull’effettiva attuazione delle opere di compensazione a beneficio della collettività. Luigi Rabuffi (Piacenza in Comune) ha puntato il dito sui criteri definiti per la residenza: valutabili sono nuove costruzioni nelle frazioni, mentre altrove solo se si tratta di riqualificazioni dell’esistente. «C’è il rischio di cementificare le frazioni, lasciando che cada a pezzi il centro storico», ha incalzato Rabuffi. Mauro Saccardi (Fi) ha chiesto di inserire nella delibera prescrizioni sull’impatto degli interventi commerciali.

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