“Vogliamo verità e giustizia”, dieci esposti in Procura dalle famiglie delle vittime di Coronavirus

12 Giugno 2020 11:30

A Piacenza ci sono stati tanti, troppi morti. E ora che l’emergenza è quasi lasciata alle spalle, è il momento della rabbia e della verità. Nella Procura cittadina, come in altre città d’Italia, iniziano ad arrivare gli esposti delle famiglie delle vittime che chiedono chiarezza sulle cause dei decessi. Chiedono “verità e giustizia” per i loro cari, vogliono accertare la responsabilità di quanto accaduto e capire se ci siano stati ritardi fatali. Sono già una decina gli esposti-denuncia arrivati in queste settimane. Altri potrebbero essere depositati nei prossimi giorni. Delle indagini – al momento il fascicolo è per “atti relativi” (non sarebbe stata ancora formulata alcuna ipotesi di reato) – si sta occupando il sostituto procuratore Antonio Colonna che ha delegato gli investigatori della squadra mobile e del Nas dei carabinieri di accertare i contenuti delle segnalazioni dei parenti.

Secondo quanto riporta il quotidiano Libertà, sembra che almeno due degli esposti siano stati depositati da famigliari della casa di riposo “Madonna della Bomba”. Una parente, che ha voluto rimanere anonima, ha spiegato alla redazione del quotidiano di aver recapitato la segnalazione il 13 maggio scorso in questura. “Ho raccontato quello che è accaduto nelle settimane successive alla fine di febbraio a partire dalla carenza di informazioni” – ha detto. Un altro esposto risale invece a un periodo ancora precedente, alla seconda metà di marzo. A quell’epoca la famiglia di un’ospite (poi deceduta) aveva già denunciato “la mancanza di informazioni sulla madre” – racconta il figlio. L’inchiesta, che era scattata già all’inizio di aprile sulla scorta di alcune ricostruzioni giornalistiche nazionali, coinvolgerebbe anche due cliniche private di Piacenza. Ricostruzioni smentite dai legali.

Nei giorni scorsi anche a Bergamo, altra città duramente colpita dall’epidemia di Coronavirus, sono stati presentati 50 esposti. E i rappresentanti del comitato “Noi denunciamo” hanno in preparazione almeno altri 200 esposti “non contro i sanitari che hanno fatto il possibile ma contro i politici che non hanno fatto altro che raccontare bugie”.

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