Post Covid-19, disturbi e alterazioni della pelle: “Alzare la guardia”
14 Luglio 2020 16:21
“Dalla fine della pandemia si stanno registrando diffusi disturbi cutanei, alterazioni dovute a reazioni immunitarie o stress-correlate. Per ogni necessità o informazione non mancate, dunque, di rivolgetevi al vostro farmacista di fiducia o al medico curante”. Così Franco Pugliese, presidente della sezione piacentina di LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) che, da sempre attivo sostenitore della prevenzione a tema dermatologico, raccomanda di non sottovalutare i segnali della nostra pelle.
ESPOSIZIONE AL SOLE – “Gli agenti atmosferici – osserva Pugliese – possono contribuire sensibilmente alla degenerazione della pelle. L’esposizione al sole, ad esempio, benefica su molti fronti (basti pensare alla vitamina D), va tuttavia attentamente dosata. La luce solare è un eccitatore naturale della melanina e funge da stimolatore dei melanociti: se da un lato facilita l’abbronzatura, dunque, in caso di mutazione, complice la scarsa presenza di cellule immunocompetenti nell’area, può dar vita a melanomi”. Come proteggersi? “Imparando a conoscere il proprio corpo – chiarisce Pugliese -, discernendo a quale fototipo ne corrisponda la carnagione, ma anche monitorando eventuali alterazioni, specialmente se di nei. Quest’ultimi vanno mappati e tenuti regolarmente controllati. Cambi di colorazione, forma e consistenza, ma anche dolore o sanguinamento vanno prontamente segnalati”. Accortezze, quelle raccomandate dal numero uno di LILT Piacenza, doppiamente importanti nell’era post-Covid: “Vitiligine o perdita di ciocche di capelli sono alcune delle condizioni dermatologiche di cui si registra l’aumento. Condizioni spesso legate a familiarità che, con il sistema immunitario provato dal virus o dallo stress, tendono a sfuggire alla normale condizione di quiescenza. Per questo bisogna tenere alta la guardia – raccomanda Pugliese – e, nel dubbio, consultare farmacisti o medici di Medicina generale, professionisti della salute che sapranno consigliare tanto un’adeguata prevenzione quanto, al bisogno, se rivolgervi a specialisti”. Non va poi dimenticato che sensibili differenze e conseguenti attenzioni possono variare in base all’età e al genere: “I fototipi si distribuiscono in modo diverso tra uomini e donne, mentre ogni fase della vita può comportare necessità e problematiche dermatologiche diverse, ma su tutto – conclude reciso – l’attenzione alla prevenzione è ad oggi, epidemiologicamente, l’azione più efficace per evitare di dover intervenire in termini riparativi, dunque non sottovalutatela mai”.
Una raccomandazione in questo senso viene anche da Eleonora Ravasini dell’Antica farmacia dell’Ospedale Santo Spirito, che richiama all’osservanza d’una corretta protezione dai raggi UV: “Troppo spesso si sottovalutano frequenza, metodologia d’impiego e importanza dei prodotti di protezione solare. Perché abbiano effetto vanno applicati 15 minuti prima dell’esposizione e riutilizzati in media dopo un paio d’ore o, nel caso di bagni o abbondante sudorazione, anche prima. Andrebbero distribuiti uniformemente almeno 2 milligrammi ogni centimetro quadrato (40 grammi per tutto il corpo), ma la quantità media utilizzata – chiosa Ravasini – è spesso preoccupantemente inferiore. Per non parlare della quasi totale inosservanza dell’abitudine a proteggere la pelle in caso di spostamenti in auto o passeggiate in città: consuetudini che, purtroppo, fanno il paio con l’aumento d’irritazioni cutanee, insolazioni e perfino carcinomi. Sono in particolare gli uomini a sottostimare i rischi del sole, e l’uso di rasarsi la testa va di pari passo con la mancata cautela di proteggersi con un cappello”.
© Copyright 2024 Editoriale Libertà
NOTIZIE CORRELATE