Dall’autocertificazione per il pusher ai pestaggi. Un carabiniere arrestato: “A noi non arriveranno mai”

23 Luglio 2020 04:39


Sdegno, sgomento e amarezza regnano a Piacenza in merito alla notizia di carabinieri accusati di gravi reati, a vario titolo, come spaccio di droga e tortura. Episodi ai quali la procura ha voluto porre fine il più presto possibile nel rispetto dei militari che ogni giorno dedicano la propria vita all’Arma svolgendo l’attività con diligenza e onestà. Nell’ambito dell’operazione Odysseus sono stati arrestati sei carabinieri, cinque sono in carcere (Salvatore Cappellano, Angelo Esposito, Giacomo Falanga, Giuseppe Montella, Daniele Spagnolo) e uno ai domiciliari (il comandante della Levante Marco Orlando). Altri tre hanno l’obbligo di firma (Lorenzo Ferrante, Giovanni Lenoci e Angelo Minniti) e uno l’obbligo di dimora (il comandante della Compagnia di Piacenza Stefano Bezzeccheri accusato di abuso d’ufficio). Anche il finanziere Marco Marra ha l’obbligo di firma. La caserma dei carabinieri di via Caccialupo è stata posta sotto sequestro. Nell’operazione sono stati arrestati anche sette civili.
Sei mesi sono finiti sotto la lente della Guardia di finanza, coordinata dalla procura della Repubblica, nell’indagine svolta prevalentemente con intercettazioni telefoniche, ambientali, telematiche e pedinamenti. Settantacinquemila le conversazioni intercettate, oltre due milioni i dati acquisiti. Tre chili e duecento grammi di droga sono stati sequestrati.

Alcune delle accuse contestate sono: traffico di stupefacenti, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, peculato, abuso d’ufficio, falsità ideologica, violenza privata, truffa ai danni dello Stato. I comportamenti illeciti nell’ambito del traffico di stupefacenti spaziano dall’approvvigionamento durante il lockdown, contatti con spacciatori di livello, attività di staffetta per conto degli spacciatori, attività di custodia e detenzione degli stupefacenti, spaccio per conto proprio.

A un graduato dei carabinieri sono stati sequestrati villa con piscina, un’auto e una moto, 24 conti correnti. “A noi non arriveranno mai” diceva in una conversazione telefonica intercettata dagli inquirenti.

“Fatti gravissimi che non intaccano la fiducia nell’Arma” ha dichiarato Grazia Pradella, procuratore capo di Piacenza.

“E’ stato un colpo al cuore” ha commentato il comandante provinciale dei carabinieri di Piacenza, Stefano Savo.

In una nota l’Arma ha fatto sapere che è stata immediatamente disposta la sospensione dall’impiego nei confronti dei destinatari del provvedimento giudiziario.

Nell’ordinanza di 300 pagine firmata dal gip Luca Milani c’è la dedica finale ai servitori dello Stato che 28 anni fa persero la vita compiendo il proprio dovere. Il riferimento è ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e agli uomini della scorta morti negli attentati mafiosi. Proprio il 19 luglio, anniversario della morte di Borsellino è stao firmato il documento.

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