“A Piacenza l’urbanizzazione è ferma: servono progetti”

08 Settembre 2020 09:29

Ad anolini e faraona arrosto preferiscono, almeno in queste particolari occasioni, abbozzare idee, avanzare proposte, parlare di come si è sviluppata in questi anni la nostra città dal punto di vista urbanistico, architettonico e sociale.

“Piacenza che cambia nei piani regolatori… e quella che cambia nella realtà” è stato il leitmotiv del secondo appuntamento di “Architettura in osteria”, ciclo di incontri nel quale esperienze personali, aneddoti, storie, la fanno da padrone. A dialogare sono interlocutori di rilievo: per il secondo appuntamento, che si è svolto all’Osteria del Trentino, è toccato a Benito Dodi, per 13 anni alla guida dell’ordine provinciale degli architetti, incalzato dal giornalista Ippolito Negri.

“A Piacenza il tema della mobilità, ampiamente programmato, è stato purtroppo realizzato solo in minima parte – ha esordito Dodi. – Altro argomento caldo è quello relativo al nuovo ospedale cittadino, di cui si parla ormai da anni e sul quale aleggiano ancora molte ombre. Questo pone l’accento sulla panificazione, la quale va fatta per tempo ma che soprattutto va progettata. Nel nostro Paese, purtroppo, i tempi di realizzazione sono sempre estremamente molto lunghi, dato che la legislazione non ci viene in aiuto”.

La domanda sorge dunque spontanea: in che direzione sta andando l’urbanizzazione della nostra città? Lapidaria la risposta: “L’urbanizzazione è ferma – ha replicato Dodi. – Esistono programmi già in corso, molti progetti presentati in Comune e diversi orientamenti. Certo, il clima politico ed economico non è il migliore per programmare le cose. Nonostante questo, c’è un piano che potrebbe essere attutato per temi, tenendo presente che non è soltanto una questione che riguarda l’amministrazione comunale: le opere importanti, come la tangenziale da ultimare la logistica che attende ancora lo spostamento del traffico ferroviario in altre sedi, comportano il contributo non solo del Comune ma anche degli enti superiori, come Regione e Ministeri”.

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