Don Minzoni e Calvino: tamponi negativi per le 54 persone in isolamento, ma restano in quarantena

19 Settembre 2020 12:43

Sono risultati tutti negativi i tamponi effettuati dall’Ausl sulle 54 persone, tra studenti, docenti e personale Ata della scuola primaria Don Minzoni e della scuola secondaria di primo grado Calvino di Piacenza, finite in isolamento dopo il riscontro di positività al Coronavirus su due fratelli che frequentavano i due istituti scolastici. La quarantena domiciliare era stata imposta, come prevedono le procedure vigenti, dal dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl.

La misura si era resa necessaria perché due fratelli, appartenenti allo stesso nucleo familiare, erano risultati positivi al tampone. I due ragazzi avevano frequentato, nei giorni precedenti, le lezioni scolastiche. Venerdì 18 settembre tutti gli interessati sono stati sottoposti ad accertamenti.

Nonostante la negatività riscontrata, la legge prevede che si rispetti comunque il periodo di isolamento domiciliare, onde evitare che la malattia si sviluppi successivamente. E’ previsto che si inizi a contare il periodo d’isolamento dall’ultimo contatto a rischio, quindi dal 17 settembre. È stato deciso di eseguire subito il tampone perché dal primo contatto, avvenuto il 14 settembre con l’inizio della scuola, erano ormai trascorsi cinque giorni: un tempo sufficiente per individuare eventuali positivizzazioni.

Le famiglie dei bambini delle due classi messe in quarantena si chiedono come dovranno comportarsi in questo periodo di stop. “L’ideale – spiega Marco Delledonne, direttore del dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl – sarebbe che i bambini rimanessero nelle loro camere e che avessero servizi igienici dedicati a loro ma capisco che questo sarà quasi impossibile, perché stiamo parlando di bambini abbastanza piccoli. Allora diciamo che dovrebbe essere un adulto convivente a prendersi cura di loro. Sconsiglio i nonni, per la loro età a rischio, mentre non esiste un divieto di ricorrere alle baby-sitter, soprattutto se già frequentano assiduamente la casa, ma sarebbe meglio evitare se possibile”.

C’è stato già un caso di un bambino di tre anni trovato positivo al Covid nella scuola materna della Nostra Signora di Lourdes. Ma in quel caso dall’indagine epidemiologica non emersero contatti stretti, perché il bimbo era al primo giorno di scuola, stava facendo l’inserimento e di fatto passò tutto il tempo in giardino lontano dai compagni. I tamponi eseguiti a sei bimbi e alle insegnanti venne proposto dall’Ausl in via precauzionale e accolto positivamente dalle famiglie.

 

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