Negozi chiusi nei centri commerciali: “Siamo tutti appesi a un filo”

07 Novembre 2020 06:04

Dodici negozi di abbigliamento, scarpe e accessori sparsi tra il centro storico di Piacenza e centri commerciali. Trentacinque dipendenti a cui dover garantire uno stipendio a fine mese, Imu, affitti e fornitori da pagare e una grossa incognita sul futuro. L’imprenditore piacentino Italo Testa si trova ancora una volta, dopo il primo lockdown che ha fermato tutte le sue attività, a dover abbassare le saracinesche di alcuni dei suoi negozi. Quelli in Lombardia per esempio, resteranno chiusi fino al 3 dicembre, come prevede il nuovo Dpcm firmato da Conte che ha collocato la regione, al confine con la provincia di Piacenza, in zona rossa. Quello al Galassia deve restare chiuso nei weekend e ha dovuto ridimensionare gli orari. “Siamo tutti appesi a un filo in questo momento, la situazione è davvero molto critica – spiega il commerciante – nulla è tornato come prima e soprattutto non abbiamo ricevuto aiuti. Siamo stati completamente abbandonati, si parla di sostegno da parte del Governo ma se facciamo finanziamenti dobbiamo risponderne noi. Con questa seconda ondata ci saranno tante altre attività che non resisteranno e non apriranno più. Sembra una roulette russa, dove si perdono pezzi per strada”, racconta amareggiato l’imprenditore, il quale, durante il primo lockdown totale, ha anticipato di tasca sua la cassa integrazione alle proprie dipendenti. “Quando ho visto che i soldi tardavano ad arrivare mi sono messo una mano sul cuore e ho deciso di garantire lo stipendio alle mie collaboratrici, nonostante stessi perdendo centinaia di migliaia di euro”.

Non solo, il commerciante ha speso oltre 35mila euro per acquistare dispositivi di sicurezza e per sanificare gli ambienti: “Non è servito a nulla, noi commercianti abbiamo speso soldi invano perché ci stanno richiudendo”. Il nuovo decreto, che ha inserito Piacenza in zona gialla prevede la chiusura di bar e ristoranti alle 18.00. Un provvedimento che incide negativamente anche sulle altre attività: “Con queste chiusure si toglie l’anima alla città e al centro storico. Noi restiamo aperti inutilmente perché i cittadini, invitati tra l’altro a uscire solo per motivi necessari, non hanno motivi per restare fuori”.

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