Benedetta, piacentina in Etiopia: “Il futuro sostenibile con le costruzioni di fango”

06 Aprile 2021 00:20

La piacentina Benedetta Castrioto ha una sogno: “Un mondo sostenibile, senza cemento”. Un pianeta fatto di “case di fango”. E forse non è una soluzione nemmeno troppo estrema quella in cui crede la nostra giovane concittadina, perché la sua professione si basa proprio sulla ricerca e promozione di questi materiali edili alternativi. Dal 2019, infatti, la 31enne lavora al museo Zoma di Addis Abeba, in Etiopia: una realtà culturale che si occupa di diffondere l’architettura ecologica all’avanguardia, fungendo da ponte tra artisti e costruttori di tutto il mondo. Castrioto, laureata in scienze della cultura a Modena, è la manager dell’ente.

“Dopo il master a Londra e un’esperienza come consulente per un’azienda britannica – spiega la piacentina – ho deciso di trasferirmi in Etiopia per seguire un percorso legato all’ambiente. Qui, nel museo Zoma, promuoviamo uno sviluppo sostenibile attraverso gli edifici realizzati in fango, un materiale a basso impatto che garantisce un’ottima stabilità termica. Si tratta di architettura contemporanea, una tecnica vernacolare senza tempo. Una valida alternativa alle distese di cemento, più che mai attuale in questo periodo di emergenza climatica. In Etiopia, le case di fango si trovano soprattutto nei villaggi poveri, non ad Addis Abeba”.

Il museo prende il nome da Zoma Shiferraw, un giovane artista morto di cancro nel 1979. Lo spazio include una galleria, una biblioteca, un centro per bambini, un ristorante, un bar, un negozio di souvenir, un orto con erbe aromatiche, fiori e alberi. “Mi occupo di far quadrare i conti e far conoscere la missione dell’ente – precisa Castrioto – certo, non è un compito facile, ma mi appassiona parecchio”. Di recente, il museo ha collaborato con l’artista italiano Eugenio Tibaldi, “e in futuro, perché no – dice la ragazza – si potrebbe costruire una struttura di fango anche a Piacenza”.

COVID – A proposito della situazione epidemiologica in Etiopia, Benedetta fa sapere che “la diffusione del Covid, stando ai numeri, sembra grave, ma si vive senza grosse limitazioni. Grazie ai piani per i paesi in via di sviluppo – aggiunge la piacentina emigrata – sono arrivate due milioni di dosi vaccinali, una quantità poco incisiva considerando i 120 milioni di abitanti…”.

IL SERVIZIO DI THOMAS TRENCHI

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