Abuso di alcol e droghe: al Pronto soccorso meno casi, ma più gravi. Diversi ricoveri

23 Aprile 2021 05:30

Prima il lockdown e poi il coprifuoco hanno reso difficoltoso l’approvvigionamento di sostanze stupefacenti, altrettanto non si può dire per l’abuso di sostanze alcoliche, più semplici da reperire anche in tempi di restrizioni. Complessivamente gli accessi al Pronto soccorso per intossicazioni acute sono crollati nel 2020 ma si sono registrati sintomi più gravi.

I NUMERI – Guardando i numeri, nel 2019 gli accessi totali al Pronto soccorso di Piacenza sono stati 65mila, il 5% riguardava l’abuso di sostanze come alcol e droghe; nel 2020, anno contrassegnato dal Covid, gli accessi sono stati 56mila e le intossicazioni il 2,5%. I casi quindi sono dimezzati ma le condizioni dei pazienti sono risultate molto più gravi.

CASI DIMEZZATI MA PIU’ GRAVI – “Nei primi due mesi del 2020 i numeri sono stati in linea con gli anni precedenti, nel lockdown c’è stato un crollo per poi tornare nel periodo delle riaperture ma i casi, rispetto al solito, sono stati più complessi – spiega il medico del Pronto soccorso Antonio Agosti -. E’ stato infatti necessario, in alcuni casi, il ricovero, in altri gli interventi di specialisti come rianimatori o psichiatri oppure terapie più intensive mentre in precedenza i casi si risolvevano con alcune ore di osservazione”.
Circa 80 gli under 18 entrati in Pronto soccorso per intossicazioni acute, meno rispetto agli anni precedenti mentre sono aumentati gli accessi tra i 18 e i 24 anni, 260 i casi registrati in questa fascia. La causa è quasi sempre legata all’abuso di alcol.

NUOVE SOSTANZE – Alcune nuove sostanze, prevalentemente chimiche, vengono immesse ogni anno sul mercato illegale. “Se registriamo tre casi di sostanze sconosciute vuole dire che queste stanno circolando sul nostro territorio ma noi vediamo solo la punta dell’iceberg – prosegue Agosti – Con la pandemia le difficoltà di analisi diventano più complesse perché è necessario rivolgersi ad altri centri come quello di Modena o Pavia e i tempi sono più lunghi”.

OPERATORI DI CORRIDOIO – L’impressione dei primi mesi del 2021 è che i casi siano in aumento. Dal mese di marzo, in Pronto soccorso a Piacenza è stato ripristinato il servizio degli “Operatori di corridoio” sospeso dal febbraio 2020 per l’emergenza Covid. Il progetto dell’associazione Papa Giovanni XXIII prevede la presenza di due educatori professionali che “agganciano” le persone che fanno accesso per intossicazioni invitandole a un colloquio e, in alcuni casi, a seguire in percorso specifico con gli esperti. Prima della pandemia erano state contattate 400 persone e alcune di loro erano state accompagnate ai servizi come il Sert. “Trovo rivoluzionaria la presenza degli Operatori di corridoio direttamente in Pronto soccorso – ha dichiarato Sara Alberici, referente del progetto per l’associazione Papa Giovanni XXIII -. Il nostro lavoro è l’antitesi dell’intervento in emergenza-urgenza che viene fatto qui. Chi abusa di sostanze ha bisogno di tempo per prendere consapevolezza di avere un problema e decidere di farsi aiutare”. Gli educatori professionali coinvolti nel progetto sono Amanda Brambilla, Natascia Cagnoli e Federico Mandelli.

 

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