Aveto e Trebbia torbidi dopo lo svaso della diga di Boschi, presentati due esposti

01 Giugno 2021 05:30

A una settimana dall’inizio dello svuotamento della diga di Boschi, ci sono i primi due esposti alle autorità per chiedere venga fatta chiarezza sui possibili danni ambientali del cantiere in corso in Val d’Aveto.
“Spero di aver fatto una segnalazione utile a salvare ciò che rimane della fauna ittica dell’Aveto”, spiega, interpellato, uno dei promotori, che ha presentato un dossier con foto ai Comuni di Ferriere, Bobbio, Corte Brugnatella, alla prefettura, ai carabinieri forestali, ad Arpae e alla Regione.
“Sottolineo che i laghi sono ormai scomparsi, “rasati” di fango e ghiaia, fino sotto Castagnola, a circa due chilometri dalla diga. E prosegue l’avanzata. Chiedo il sollecito intervento di chi è preposto a fermare il terzo disastro ambientale in Aveto”.
Gli altri due, secondo questo cittadino residente in zona, risalgono al maggio 1991 e al settembre 2015, anno dell’alluvione.

Ieri i valori di torbidità sono intanto scesi nei pressi della diga, con il completamento alle 16.00 della cosiddetta “tura”, che è di fatto un muro – un avandiga – capace di prendere l’Aveto e dirottarlo al di fuori della zona fangosa, perché non si sporchi.
I rischi sottolineati però negli esposti riguardano il mutamento del paesaggio, lo sfregio dell’ambiente, i nuovi canyon formati nella ghiaia dall’Aveto.

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