“Condanne per la manifestazione ingiuste, ci opporremo in tutti i modi”

29 Novembre 2021 00:35

Ha scatenato grandi polemiche il provvedimento del gip del tribunale di Piacenza Luca Milani, il quale, su richiesta della Procura, ha emesso tre decreti penali di condanna nei confronti di altrettanti piacentini individuati come promotori dell’iniziativa di protesta contro le misure governative anti Covid del 3 novembre 2020.
Destinatari sono Daniele Bavagnoli (uno dei titolari della palestra Acrobatic center), Cristian Lertora (presidente provinciale della Federazione pubblici esercizi) e Manuel Radaelli, presidente dell’associazione Rete-Case popolari.
Lertora firmò materialmente la richiesta di manifestazione in questura, mentre Bavagnoli e Radaelli si alternarono negli interventi con il megafono.
Per loro la condanna, basata in sostanza sulle modalità della manifestazione che non rispettarono quanto autorizzato dalla questura, si tradurrà in un’ammenda pecuniaria di 475 euro, che non può essere convertita in una pena detentiva.

“Sono stato trattato come un delinquente – commenta Lertora sul quotidiano Libertà in edicola – l’ammenda non la pago, piuttosto vado in carcere. Anzi, io voglio che mi portino in galera e che mi spieghino che reato ho commesso”.
Altrettanto ferma la posizione di Bavagnoli: “Lo rifarei altre mille volte. Ho 62 anni, sono nato uomo libero e voglio morire da uomo libero in uno Stato che consente di manifestare pacificamente. Quella che abbiamo subito è una condanna assurda, ci
difenderemo. Sono pronto ad andare fino in fondo in tribunale”.
Infine, Radaelli: “Questa condanna ingiusta è una bella botta psicologica. A un anno dai fatti diciamo che non me l’aspettavo. Piuttosto fa riflettere sulle possibilità di manifestare liberamente in questo Paese”.

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