La tradizione si ripete: in Santa Maria di Campagna il Ballo dei bambini

25 Marzo 2022 17:26

Sorride Anna Olivia con i codini e il vasetto di primule gialle in mano che le hanno consegnato gli alpini dopo la benedizione davanti alla statua della Madonna. Padre Franco l’ha sollevata in alto come ha fatto con altri bambini: è questo il ballo secolare che ogni 25 marzo si ripete puntuale nella basilica di Santa Maria di Campagna. Sono circa trecento i bimbi che quest’anno sono stati benedetti dai frati della basilica: pochi rispetto agli anni d’oro pre-pandemia quando in un pomeriggio si arrivava anche a 600 o 700 bambini. Ma il covid ha inciso anche qui: lo scorso anno la tradizione è stata rispettata seppure in forma molto ridotta, quest’anno molti piacentini non hanno voluto mancare.

“Per noi è davvero una tradizione di famiglia – spiegano Monica e Doriana Brevetti che hanno accompagnato la nipotina Anna Olivia di quasi un anno e mezzo – nostra mamma, che fra l’altro compiva gli anni proprio il 25 marzo, abitava al Ciano e ci portava al ballo dei bambini quando eravamo piccole. E noi abbiamo fatto altrettanto con figli e nipote”. Non è l’unica: anche Cristina Bottazzi, 65 anni, è arrivata con figlio e nipote. “Prima accompagnavo lui, cinquant’anni fa – spiega indicando il figlio – e adesso porto mio nipote. Io stessa ero stata portata da mia mamma. Insomma è una consuetudine di famiglia”. Lo è anche per Eleonora Covini: “Venivo quando ero piccola – spiega – poi ho portato qualche anno fa Leonardo, che ora ha sei anni e mezzo. Adesso porto anche Leila che di anni ne ha quattro e mezzo”.

Eleonora arriva con i figli vicino all’altare: ad accoglierli è padre Secondo Ballati, il padre guardiano. È lui a portare i bambini davanti alla statua della Madonna, a far fare loro il segno della croce, una preghiera e poi il ballo. Li solleva verso la statua e li rimette giù. “Lo scorso anno facevamo le benedizioni a distanza – spiega – anche adesso, ma i bambini sono così simpatici che a volte ci dimentichiamo e li prendiamo in braccio”.

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