Silvio Orlando: “La scuola dev’essere luogo aperto dove si incontrano le differenze”

05 Dicembre 2022 19:51

“Ci rituffiamo in quel periodo dove si provò a raggiungere l’obiettivo di fare qualcosa di rivoluzionario e ambizioso e che invece portò a uno dei più grandi scioperi della storia”. Con queste parole Roberto Reggi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano ed ex sottosegretario al ministero dell’Istruzione ha introdotto l’evento organizzato a Xnl Piacenza incentrato sulla riforma della “Buona scuola”.

“Capire cosa non ha funzionato per cercare di dare una prospettiva futuro al settore scolastico” questo l’intento alla base dell’incontro moderato dalla giornalista Eleonora Bagarotti con protagonista Alessandro Fusacchia, capo di gabinetto del ministero dell’istruzione all’epoca della riforma e autore del libro “Lo stato a nudo” dove viene raccontato il processo che ha portato alla realizzazione di una legge che voleva essere rivoluzionaria e ha finito per trovarsi tutto il Paese contro.

“Responsabilità politiche e amministrative hanno portato a diversi macro errori – l’autocritica di Fusacchia -. Il problema complessivo che a un certo punto non abbiamo mantenuto fino in fondo la coerenza che serviva sul metodo, perchè si può cambiare idea, ma non tradire l’intento alla base del metodo”. “Per varie motivazioni e per mancanza di competenze e di tecnici preparati nel nostro Paese ci si scorda l’obiettivo nazionale nel processo di creazione che porta al risultato finale”.

Durante il dibattito è intervenuto anche il vicepresidente della Fondazione ed ex dirigente scolastico Mario Magnelli. Tanti i buchi neri emersi in una legge che però per Magnelli ha lasciato in eredità anche semi da dove ripartire: “La buona scuola è passata alla storia come la legge che ha stabilizzato migliaia di precari e che ha portato a grandi investimenti in ambito tecnologico – ha spiegato -. Con questa legge è stata promossa anche l’alternanza scuola-lavoro e nessuno può mettere in dubbio l’importanza del lavoro in chiave educativa”.

Per Roberto Ricci, presidente di Invalsi “In quella legge tante idee buone che potevano portare dei miglioramenti concreti e che invece si sono infrante – le sue parole -. Probabilmente non siamo stati capaci di affrontare le grandi problematiche della scuola”. “Per il futuro sarà fondamentale dare voce agli studenti” ha sintetizzato Ricci.

Al termine del dibattito, intervallato dalle letture a cura dell’attrice piacentina Letizia Bravi e dall’intervento della senatrice Simona Malpezzi, si è entrati nel mondo della cultura con l’attore Silvio Orlando – professor Vivaldi nel film “La scuola” di Daniele Luchetti – e il critico cinematografico Giulio Mancino. “Il cinema ha contribuito a migliorare il sistema scolastico soprattutto per quanto riguarda il rapporto didattico – il pensiero di Orlando -. La scuola ideale per me è un luogo aperto dove si mischiano ceti sociali, nazionalità e tradizioni differenti”.

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