Giustizia lenta, sul caso Nido Farnesiana la voce della difesa: “Tempo non perso”

06 Dicembre 2023 10:58

Pubblichiamo questa lettera degli avvocati difensori di una delle maestre del caso-maltrattamenti al Nido Farnesiana. “Libertà” e “Liberta.it” ieri hanno dedicato alla vicenda un ampio servizio per mettere in risalto il lungo tempo (oltre sei anni e mezzo) trascorso senza che si sia ancora arrivati nel vivo del processo.

“Signor direttore, scriviamo quali difensori di una delle maestre indagate nella vicenda del Nido Farnesiana.

Abbiamo ritenuto opportuno far sentire la nostra voce dopo l’articolo su Libertà del 5 dicembre. Il giornale ha ritenuto di dare spazio a chi si lamenta di una giustizia lenta, a chi fa capire di essere in attesa, da troppo tempo, di una sentenza, di una sentenza sì, ma di condanna.

E’ noto che i processi non devono obbligatoriamente finire con una sentenza di condanna, vi è spazio anche per una sentenza di assoluzione. Diversamente non sarebbero necessarie le attività istruttorie che hanno come finalità la acquisizione delle prove di quanto è veramente accaduto.

Se del tempo è trascorso, tanto è dovuto alla ricerca della verità storica. Ben si può dire che non è stato tempo perso.

Il Giudice ha dato ingresso a due attività istruttorie molto importanti : la perizia sui filmati realizzati dai Carabinieri e la trascrizione delle intercettazioni ambientali effettuate sempre dai medesimi Carabinieri.

(E, come ricordato anche nell’articolo, gli arresti e le indagini furono condotte dai Carabinieri della Levante di quel periodo.)

I risultati hanno dato significativi contributi alla ricostruzione di fatti. Come ben ricorda anche Libertà nell’articolo

succitato, è emerso, tra l’altro, che i filmati depositati presso la Procura della Repubblica dai Carabinieri non sono i filmati originali. Il perito nominato dal Giudice è chiaro su questo aspetto, che a nostro modesto avviso non è secondario.

Rimane aperta la domanda su dove sia l’originale dei filmati.

Le trascrizioni, sempre a mezzo perito nominato dal Giudice, hanno evidenziato palesi divergenze tra i colloqui effettivamente intercorsi e quanto scritto dai Carabinieri che ascoltavano.

Sul punto richiamiamo quanto scritto da Libertà in data 27 maggio 2017. In prima pagina e a caratteri cubitali scriveva : “Se ci vedessero fare così ci arresterebbero“. Libertà in quella data metteva in bocca alle maestre indagate una frase gravissima. All’esito della perizia trascrittiva delle intercettazioni ambientali, è emerso che quella frase, così enfaticamente proposta ai lettori, non è mai stata detta.

In conclusione crediamo che il tempo sia galantuomo, e che, come sempre, scopre la verità.

Il tempo nel processo penale è spesso necessario e del processo stesso non rappresenta una componente negativa”.

_ Luigi Alibrandi

_ Vittorio Antonini

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