In pensione Carlo Giannetti, il postino con il badile per la neve. “Mestiere prezioso”

17 Gennaio 2024 05:00

Questa volta anziché essere sulla “sua” immancabile Panda che è stata una specie di ufficio mobile – sembravano un tutt’uno, su e giù per la valle – risponde inaspettatamente da un bosco, da qualche parte. “Oh taglio la legna con calma finalmente”, sorride Carlo Giannetti. Dopo quarantuno anni il postino, figlio di postini e nipote di un postino da medaglia d’oro, se ne va in meritata pensione. “Il mio primo giorno di lavoro fisso fu il 15 settembre 1982”, spiega, lui che ha seguito negli ultimi Marsaglia, Zerba, Bobbio.

La più grande difficoltà in montagna è stata la neve, o quella volta in cui camminò dure ore causa gomme buche per ritrovare la copertura telefonica e chiedere aiuto: “Me la sono vista brutta più volte. In un caso finii in una cunetta con l’auto e non riuscivo a uscirne. Intanto c’era la neve a Capannette di Pej e per un’ora non è passata un’anima. Piano piano mi sono liberato perché ho sempre portato con me un badile corto”.

All’anno ha macinato 25mila chilometri di strada e avventura, con l’idea in testa di avere una specie di missione: anche solo portare una lettera, il giornale, quel che serviva “a chi a volte per giorni non vede nessuno se non il postino”.

L’ARTICOLO DI ELISA MALACALZA SU LIBERTÀ

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