Sei mamme scrivono lettere ai loro figli che non ci sono più per trasformare il dolore

05 Marzo 2024 04:50

Sei mamme, che hanno dovuto affrontare il dolore più grande e difficile da spiegare, hanno trovato la forza di trasformare quel dolore in speranza, scrivendo altrettante lettere ai loro figli scomparsi. Sabato 2 marzo nell’istituto Suore della Divina Provvidenza per l’infanzia, Monsignor Torta – sede dell’associazione piacentina “Le mamme della speranza” – davanti a un folto pubblico si è tenuta la presentazione del libro “Lettere senza confini” che raccoglie pensieri, ricordi e sentimenti di sei donne sopravvissute ai loro figli.

Un volume nato dal cuore di sei mamme – “Il libro nasce da un’esperienza personale – le parole della curatrice Gaia Simonetti – la perdita di un bambino che non ho potuto vedere nascere e abbracciare. Il mio dolore si è poi incontrato con quello di altre mamme che per motivi diversi hanno perso i propri figli. Abbiamo quindi creato questo percorso di vita dove non ci sono verbi al passato, ma solo al futuro e dove la parola scomparsa lascia spazio alla speranza e al coraggio di riuscire ad andare avanti”. Nel libro sei lettere scritte in prima persona da Paola Alberti, Giovanna Carboni, Stefania Ciriello, Laura Cozzi, Stefania Lorenzini e Barbara Rocchini a figli e figlie che non ci sono più.

“Questo libro rappresenta un sole nel buio – spiega Stefania Ciriello che ha perso il proprio figlio durante il terremoto ad Amatrice -, un’occasione per rivivere il nostro dolore, dargli le parole giuste, condividere la sofferenza che il lutto ha creato e prendere una nuova energia per ricominciare a vivere”. Giovanna Carboni, mamma di Mauro, davanti alle tante persone che hanno riempito il salone messo a disposizione dalle suore ha parlato di nuova vita dopo quel maledetto 27 ottobre 2017. “Una nuova vita che cerco di vivere anche per mio figlio – spiega emozionata – parlo di lui ogni giorno, dico il suo nome perché non si muore mai per davvero alla fine”.

Ricordi che sanno di vita – “Veniamo da città diverse, ma il caso ha voluto che ci incontrassimo per creare questo libro che è stato d’aiuto per noi e può esserlo per altre – conclude Laura Cozzi, mamma di Elena -. I nostri ragazzi non vorrebbero vederci buttare via la nostra vita, purtroppo loro l’hanno persa e noi per rispetto loro dobbiamo cercare di apprezzare tutto quello che la vita ancora ci offre, sempre nel loro ricordo.

 

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