Coldiretti, delegazione piacentina al Brennero in difesa del Made in Italy

08 Aprile 2024 11:42

Anche una delegazione di Coldiretti Piacenza sta partecipando alla mobilitazione nazionale in corso al Brennero per difendere il Made in Italy.

“Obiettivo – si legge nella nota – un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori, estendendo l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta a tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Ue. Parte dal Brennero la grande mobilitazione della Coldiretti per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola”.

gli obiettivi della mobilitazione

La proposta è sostenuta da diecimila agricoltori che in due giorni giungeranno alla frontiera, assieme al presidente nazionale Ettore Prandini, e che grazie alle operazioni delle forze dell’ordine vedranno verificare il contenuto di tir, camion frigo, autobotti. Al presidio parteciperanno anche oltre 2000 agricoltori provenienti dall’Emilia-Romagna, guidati dal presidente regionale di Coldiretti Nicola Bertinelli e dal direttore, Marco Allaria Olivieri. Oltre 150 i piacentini presenti, un centinaio nella giornata di oggi, altri 50 saranno al Brennero domani. A guidarli, insieme ai delegati confederali Giovanni Benedetti e Allaria Olivieri e il direttore di Coldiretti Piacenza Roberto Gallizioli.

La campagna potrà essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti e sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly. Dinanzi all’invasione di prodotti stranieri che mettono a rischio la salute dei cittadini e il futuro dell’agroalimentare tricolore, Coldiretti chiede anche maggiori controlli per bloccare le truffe a tavola. Basti pensare ai recenti casi di patate straniere vendute come italiane o dei falsi carciofi brindisini di provenienza africana, o dell’olio di semi venduto ai ristoranti romani come extravergine. I valichi e i porti – denuncia Coldiretti – non possono continuare ad essere un colabrodo da cui passa di tutto.

È necessario anche lo stop all’importazione di cibo trattato con sostanze e metodi vietati in Europa, come il grano canadese fatto seccare in preraccolta col glifosato, affermando il rispetto del principio di reciprocità: gli obblighi che vengono imposti ai produttori italiani devono valere anche per chi vuole vendere nel mercato europeo.

ETICHETTATURA D’ORIGINE

“La mobilitazione della Coldiretti rappresenta anche una risposta all’attacco arrivato dalla Corte dei Conti Ue nell’Audit, concluso lo scorso dicembre, in merito ai decreti italiani sull’etichettatura d’origine per pasta, riso, derivati del pomodoro, latte e formaggi, salumi, considerate ostacoli al libero commercio nonostante l’elevato e legittimo interesse dei consumatori a conoscere l’origine della materia prima di quanto mette nel piatto” prosegue la nota.

Pesa anche l’esclusione dalla Direttiva Breakfast di prevedere l’obbligo dell’indicazione di origine per succhi di frutta e marmellate, inizialmente inserito e poi bocciato in fase di Trilogo tra Commissione, Consiglio e Parlamento Ue.

“Il Brennero è un luogo fortemente simbolico per il passaggio dei falsi prodotti made in Italy che invadono il nostro mercato ed è da qui che rilanciamo la nostra battaglia sulla trasparenza dell’origine in etichetta che è un diritto dei cittadini europei – ha dichiarato Gallizioli – Chiediamo sia una priorità della nuova Commissione Ue e del nuovo Parlamento dopo le elezioni europee”.

 

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