Sovraffollamento carcerario e suicidi, la garante dei diritti: “Servono misure urgenti”

18 Aprile 2024 16:27

L’incontro di giovedì 18 aprile di fronte al tribunale di Piacenza

L’Osservatorio nazionale carcere dell’Unione Camere penali ha voluto sensibilizzare le amministrazioni locali, i politici e la cittadinanza sul tema del sovraffollamento carcerario, un problema che riguarda gran parte degli istituti detentivi italiani e che si traduce in un altissimo numero di suicidi tra i detenuti, ben 31 da inizio 2024.

Una mobilitazione di carattere nazionale che a Piacenza si è tradotta, nella mattinata di giovedì 18 aprile, in un incontro di fronte al tribunale. Proprio la nostra città, lo scorso 26 marzo, aveva ospitato il convengo “Il tempo del carcere”, dedicato proprio a questo tema.

“Alla luce della situazione a dir poco allarmante in cui versano le case circondariali nel nostro Paese – ha spiegato Romina Cattivelli, referente provinciale dell’Osservatorio nazionale carcere dell’Unione Camere Penali – appare fondamentale orientare la pena in una direzione rieducativa e non solo in termini repressivi, dove il detenuto viene chiuso in carcere e dimenticato. Le persone private della libertà personale devono sì scontare la propria pena, ma in condizioni che siano costituzionalmente garantite. Se è vero che nella casa circondariale di Piacenza fino ad oggi non sono stati segnalati casi drammatici anche grazie alla professionalità dei suoi operatori e al mondo del volontariato che opera in carcere, è pur vero che la situazione delle carceri italiane è critica e richiede interventi urgenti da parte di Governo e delle Istituzioni.

l’appello della garante dei diritti dei carcerati

La garante provinciale delle persone private della libertà personale, Maria Rosa Ponginebbi, ha quindi letto un appello rivolto alla società civile, alla comunità e alle Istituzioni: al Governo e al Parlamento per richiedere norme specifiche urgenti, al Ministero di giustizia per provvedimenti concreti in tempi rapidi.

il problema del sovraffollamento

“L’appello – ha spiegato Ponginebbi – è volto a segnalare la difficile situazione del sistema penitenziario italiano soprattutto rispetto al grave sovraffollamento carcerario: infatti, nelle nostre carceri vivono 61mila persone detenute, a fronte di 47mila posti regolamentari. Ci stiamo riavvicinando alla situazione che nel gennaio 2013 portò la Corte europea dei diritti umani con la sentenza Torreggiani a condannare il nostro Paese per le condizioni detentive riservate alle persone recluse. Ci riferiamo alle carenze sanitarie trattamentali, soprattutto a causa del sottorganico previsto a tutti i livelli del personale che lavora nelle carceri. Alla necessità di agenti, psicologi, psichiatri, infermieri, funzionari giuridici, assistenti sociali, mediatori linguistici e pedagogisti che diano ascolto alle persone detenute, si aggiunge la necessità di una maggiore applicazione delle misure alternative del carcere. Sono diverse migliaia le persone detenute con una condanna definitiva inferiore o pari a tre anni di reclusione”.

l’alto tasso di suicidi nelle carceri

“Ma soprattutto – ha proseguito Ponginebbi – è necessario porre attenzione al drammatico aumento dei suicidi nelle carceri italiane. Infatti, dall’inizio del 2024 ad oggi tra i reclusi in Italia ci sono stati 31 suicidi, oltre a diverse morti per altre cause ancora da accertare. Il tasso di suicidi delle persone detenute è 20 volte superiore rispetto a quello delle persone libere. E anche tra il personale della polizia penitenziaria il tasso suicidario – quattro casi dall’inizio del 2024 ad oggi – è molto più alto rispetto a quello di altre categorie di lavoratori.

le misure da applicare

“Cosa si può fare subito? È necessario – ha quindi concluso la garante dei diritti – dare un senso al tempo della detenzione, offrendo attività di studio, attività culturali, lavorative, sportive e ricreative. I rapporti con i famigliari devono essere incrementati e facilitati attraverso l’aumento dei colloqui, delle telefonate e delle videochiamate. Così come è possibile incrementare gli aspetti relazionali, non solo con il personale a disposizione, ma anche con il mondo del volontariato. Il tutto, in linea con le parole del 18 marzo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella“.

IL SERVIZIO DI MARCELLO TASSI

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