L’inflazione erode il reddito disponibile del 16%. “Serve tutelare il potere d’acquisto”

16 Giugno 2023 15:14

“La conferma del dato sulla crescita dei prezzi a maggio, diffuso oggi dall’Istat, ribadisce che il percorso di rientro dell’inflazione è lento: secondo le nostre stime quest’anno si dovrebbe registrare un 5,7% e si dovrebbe arrivare ad un livello prossimo al 2% solo nel 2026” l’annuncio diramato dall’ufficio economico di Confesercenti.

Continua, pertanto, l’erosione del reddito disponibile che avrà un impatto anche sulla ripresa dei consumi: “Nel 2025 – spiegano da Confesercenti – dovrebbero mancare ancora 18 miliardi rispetto ai livelli pre-pandemia”. Per il settore del commercio, il rialzo dei prezzi comporta una ulteriore criticità legata ad un possibile effetto di minori consumi: “C’è il rischio che entro il 2023 chiudano altre 73mila imprese del commercio” la preoccupazione dell’associazione di categoria.

“L’urgenza – interviene Fabrizio Samuelli, direttore di Confesercenti Piacenza – è di salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie che stanno ancora attingendo, dove possibile, alla riserva di risparmi per mantenere livelli di consumo stabili, ma che potrebbero decidere di effettuare ulteriori selezioni, visto che già le spese obbligate guidate dai prezzi degli energetici e, ad esempio, il pagamento di interessi crescenti sui mutui (ancora ieri la BCE ha deciso un ulteriore aumento) stanno spostando risorse verso voci incomprimibili”

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