Il mega radiotelescopio capta segnali mai visti da una stella super-magnetica

11 Aprile 2024 05:00

Segnali mai visti finora sono stati captati da una stella “super-magnetica” ritenuta dormiente: si tratta di una magnetar, una stella di neutroni molto densa e che possiede un enorme campo magnetico, miliardi di volte superiore rispetto a quello terrestre, e che emette impulsi radio.
Questa volta, però, i segnali sono di un tipo mai rilevato.

IL SUPER RADIOTELESCOPIO

A intercettarli è il gruppo di ricerca guidato dal Consiglio nazionale delle ricerche australiano, Csiro, che ha utilizzato il grande radiotelescopio Murriyang dell’Osservatorio di Parkes, lo stesso usato dalla Nasa per la ricezione delle trasmissioni televisive in diretta dello sbarco sulla Luna, il 20 luglio 1969.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Astronomy, getterà nuova luce su fenomeni astrofisici estremi e insoliti, come i lampi radio veloci e le esplosioni di raggi X e gamma.

COS’È UNA MAGNETAR

La magnetar XTE J1810-197, distante circa 8.000 anni luce, è la stella di questo tipo più vicina alla Terra. Un suo segnale radio è stato osservato per la prima volta nel 2003, ed è poi rimasta silenziosa fino al 2018, quando sono stati captati nuovamente dei segnali radio che hanno dato il via allo studio australiano guidato da Marcus Lower.

Rilevare impulsi radio provenienti da una magnetar è già estremamente raro, ma in questo caso le onde sembrano muoversi anche a spirale mentre viaggiano attraverso lo spazio: “Non avevamo mai visto nulla di simile prima d’ora”, commenta Lower.

COME SI COMPORTA UNA MAGNETAR

Non è chiaro il motivo per cui questa magnetar si comporti in modo così diverso. “I nostri risultati suggeriscono che sia presente del plasma surriscaldato sopra il polo magnetico della stella, che agisce come un filtro polarizzatore, ma come il plasma stia causando questo fenomeno è ancora da capire”, afferma ancora Lower. “I segnali emessi da questa magnetar – aggiunge Manisha Caleb dell’Università di Sydney, co-autore dello studio – implicano che le interazioni sulla superficie della stella sono più complesse rispetto alle precedenti spiegazioni teoriche”.

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