David LaChapelle torna con una mostra a Trieste: la sua fotografia artistica è una forza elettrica come la musica

Fulmini. E’ il titolo, eloquente, della nuova mostra in Italia di David LaChapelle, che si è concesso alla stampa in occasione dell’inaugurazione di un’esposizione che esprime un concetto chiaro: “L’arte tocca l’osservatore come una forza elettrica”.
E, subito, viene in mente la musica. Sarà perché LaChapelle ha ritratto grandi artisti (alcuni ritratti sono esposti) e, tra questi, musicisti restituendo al pubblico immagini iconiche senza tempo, entrate nell’immaginario collettivo: da Madonna a Michael Jackson, Eminem, Lady GagaRihanna, tra i tanti.
Una carriera fulgida, la sua, roboante e luminosa quanto i Fulmini del titolo di quest’ultima esposizione: 92 opere al Salone degli Incanti di quella splendida città che è Trieste, che mettono a nudo riflessioni sull’umanità in modo allegorico. L’esposizione è visitabile fino al 15 agosto ed è (ben) curata dallo Studio David LaChapelle e promossa da Regione Friuli Venezia Giulia e Comune di Trieste, allestimento PromoTurismoFvg e Madeinart.

Ha dichiarato il fotografo (qui sopra davanti all’entrata, in uno scatto per i media di Fabrice Gallina): “Spero con la mia arte di illuminare, di entrare in contatto con l’osservatore. L’arte non è mai finita fino a quando non lo incontra. Nella mia carriera non sono mai stato interessato a quello che l’arte poteva darmi ma a quello che io potevo dare al mondo tramite l’arte. L’obiettivo è creare cose che siano comprensibili, non voglio assolutamente creare ambiguità, incertezza, confusione e oscurità, di questo ne leggiamo abbastanza sui mezzi di informazione. Io voglio collegarmi con l’osservatore: la connessione è la forza elettrica, tramite l’arte io incontro l’osservatore. Un’arte che vuole essere espressione di bellezza, nonostante le difficoltà e il buio che possono circondarla alle volte”.

In Fulmini (consigliatissima la visita anche a ragazzi e studenti) il filo conduttore è da un lato, il racconto dissacrante del decennio a cavallo del nuovo millennio (e qui sì, troviamo anche ritratti di personaggi del mondo della musica, così come del cinema, della moda e della politica); dall’altro, c’è un aspetto mistico in cui emerge l’impatto nell’arte del passato e la ricerca del sé nella natura.
Non aspettatevi alcuna cronologia o percorsi strettamente seriali. Troverete invece colore, tanto colore, ed emozioni elettriche. Fulmini, insomma. Con un (inevitabile) omaggio a Andy Warhol (sotto in un altro scatto di Fabrice Gallina), che chiamò il 17enne David, appena approdato nella Big Apple e ancora fresco di studi d’arte nella provincia americana, a lavorare al suo magazine Interview. Il resto è (già) leggenda.

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