“Forrest Gump” compie 30 anni, al boxoffice vince l’età dell’innocenza
“La mia mamma diceva sempre che la vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita”. Questa la frase più iconica del cult “Forrest Gump” che quest’anno celebra il 30esimo compleanno. In un lontano 1994, in cui il panorama cinematografico stava vivendo un’era di completa rivoluzione tra stili e generi differenti, “Forrest Gump” si afferma come un film che fa la differenza. Perché? Principalmente per la semplicità e l’accessibilità del racconto con cui il regista Robert Zemeckis riesce a trasmettere emozioni e un senso di responsabilità verso le persone che incontriamo nella nostra vita. Il film inizia con Forrest, un uomo un po’ strambo sui 40 anni che racconta l’incredibile storia della sua vita e di come un concatenarsi di eventi e coincidenze l’abbiano portato a fare grandi cose in modo sorprendente. Nel corso della pellicola impareremo a conoscerlo, a comprendere ogni sua più recondita paura e riusciremo a cogliere in ogni scena una morale diversa. Se ne trovano tante, di morali, all’interno del film ma quella secondo me più incredibile è il concetto di non arrendersi davanti a nessuna difficoltà, di non demordere nonostante il mondo circostante sia tutto contro di te. La vita di Forrest è una vera e propria linea temporale scandita da avvenimenti: il film esplora, tramite la sua crescita, vari eventi storici, sociali e culturali degli Stati Uniti dagli anni ‘50 agli anni ‘80, mostrando come un individuo può avere un impatto straordinario sul mondo nonostante le avversità. Infatti, combatte la sua lotta contro il bullismo, partecipa alla guerra in Vietnam salvando tantissime vite, diventa un campione di ping pong contribuendo alla “diplomazia del ping-pong” con la Cina, utilizza il denaro guadagnato per investire nelle tecnologie informatiche diventando estremamente ricco e molto altro ancora.
In tutto questo susseguirsi di incredibili eventi la cosa più attuale che ho notato, riguardando recentemente la pellicola, è che spesso ci troviamo a non avere una direzione – come succede a Jenny – e invece, a volte, abbiamo un percorso troppo delineato da altre persone – come Forrest. Ciò che fa la differenza rimane sempre la determinazione nel voler raggiungere qualcosa che ci soddisfi. Per questo “Forrest Gump” è diventato, nella nostra cultura, un vero e proprio inno alla tenacia: “Corri Forrest, corri!” è entrato nella storia come l’emblema di questo concetto.
Altre tematiche molto importanti che vengono affrontate dal film sono quelle della semplicità e dell’innocenza: queste due caratteristiche del protagonista lo porteranno a essere protetto da molte delle complessità che noi esseri umani siamo soliti vivere ogni giorno. Da qui nasce la riflessione: è la nostra percezione della realtà a influenzare il nostro benessere fisico ed emotivo? In conclusione, questa pellicola ha avuto un impatto culturale significativo come mai prima d’ora. Ha stimolato discussioni su vari temi, tra cui la disabilità, la guerra del Vietnam e il sogno americano. Inoltre, il successo di “Forrest Gump” (con un incasso globale di oltre 677 milioni di dollari) ha dimostrato che un film potesse essere sia un trionfo di critica sia di pubblico. Questo ha incoraggiato i cineasti a sperimentare con storie ambiziose e innovative.
di Alessandra Blasi, curatrice blog Cineblister
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