Il romanzo che sembra Dark Souls è An Altar on the Village Green

Ci sono moltissimi videogiochi ispirati a varie opere letterarie, ma stanno anche aumentando i romanzi che traggono ispirazione dai videogiochi. Non si sta parlando di adattamenti o di operazioni crossmediali che espandono un certo universo narrativo. Si parla, invece, di autori e autrici che trovano nel gaming una fonte di ispirazione. Un testo molto interessante da segnalare è An Altar on the Village Green di Nathan Hall. Questo romanzo è stato autopubblicato nel 2021 e, poco a poco, ha conquistato e sta continuando a incuriosire un numero crescente di giocatori. Il perché è semplice: il libro di Nathan Hall ricorda molto da vicino Dark Souls, il popolare videogioco dark fantasy pubblicato da FromSoftware nel 2011.

Le atmosfere delle due opere sono simili, ma non è questo l’elemento di maggior interesse. Ciò che rende An Altar on the Village Green veramente degno di essere scoperto è il suo recupero delle meccaniche di gioco presenti in Dark Souls, che vengono qui narrativizzate.

Le premesse narrative del romanzo di Nathan Hall sono piuttosto semplici. Si seguono le vicende di un individuo che, all’inizio dell’avventura, presta servizio presso la Chiesa del Dio Incatenato. Il protagonista – il cui nome, peraltro, non viene mai rivelato – chiede di diventare una Lancia, un guerriero sacro della Chiesa che va in missione nel mondo a combattere l’Orrore, un male indicibile che devasta interi territori. Dopo un breve viaggio, la Lancia giunge al villaggio indicato nel titolo. È lì che il suo Dio lo ha condotto per contrastare l’Orrore.

Ed è lì che emerge uno degli aspetti più interessanti del romanzo: il protagonista può “ancorarsi” al suo Dio in dei punti particolari, dove rinascerà in caso di morte. Proprio come avviene in Dark Souls (e nei videogiochi che lo hanno seguito). Quando si muore in quel gioco si ricomincia l’avventura dall’ultimo falò visitato. Una meccanica che molti giocatori hanno sperimentato più e più volte, visto che Dark Souls è un videogioco ben noto per la sua difficoltà, che conduce a morti frequenti e talvolta banali. Proprio come succede alla Lancia di An Altar on the Village Green, le cui morti sono talvolta sciocche e banali. Ogni volta che rinasce, la Lancia ha delle visioni dei guerrieri sacri che lo hanno preceduto. È un buon espediente utilizzato da Nathan Hall per offrire dettagli sul mondo narrativo che ha inventato senza diluire la storia del protagonista. L’avventura della Lancia resta infatti confinata nel villaggio e nei suoi dintorni, evitando le dispersioni date da lunghi viaggi in giro per il mondo. Il ciclo di morte e rinascita legato a un punto di ancoraggio non è comunque l’unico elemento che richiama Dark Souls. Tra gli altri, il protagonista del romanzo possiede una fiaschetta rigenerante che ricorda l’Estus, l’oggetto curativo che viene utilizzato in Dark Souls e che viene ricaricato quando si riposa a uno dei falò.


Attualmente, An Altar on the Village Green è disponibile solo su Amazon (in ebook e cartaceo) e solo in inglese. Nonostante ciò, se si è amato Dark Souls merita sicuramente di essere recuperato. È un tentativo molto curioso di trasporre meccaniche e altri elementi di gioco in una narrazione lineare. Oltre a questo, offre anche un mondo fantasy diverso dal solito, che sostituisce il grande viaggio di una compagnia (di forte matrice tolkieniana) con una storia più “piccola” e oscura.

di Francesco Toniolo

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