La Visione di Wanda Maximoff, la strega

Una serie che può farsi apprezzare da diversi tipi di pubblico: i superfan del Marvel Universe che conoscono i retroscena dai fumetti, che hanno visto tutte le serie collaterali oltre ai film e che andranno a caccia di citazioni, ammiccamenti, rimandi, aderenze e tradimenti di questa fase 4 rispetto alle storie originali, i fan generici che conoscono i film e che seguiranno con interesse la progressione dei personaggi, e gli appassionati di mistery e “telefilm” old school.
Stiamo parlando di “WandaVision” la nuova serie Marvel in onda su Disney +: la serie è calendarizzata come quelle di una volta, un episodio alla settimana, fino al 5 marzo (sono già stati pubblicati 4 episodi e ne sono previsti 9). Annunciata da questo trailer

 

“WandaVision” richiama immediatamente da un lato “Pleasentville”

 

di Gary Ross del 1998 e dall’altro “Vita da strega”

la sitcom anni ’60 con protagonisti Samantha, il marito Darryl e la suocera Endora (citata esplicitamente nella sigla dell’episodio 2).
Quando ero bambina giocando sceglievo spesso di essere Wanda Maximoff (che poi sarà Maximova, ma lasciamo la traslitterazione più comune) perché era più forte della maggior parte dei supereroi maschi (e quando è arrivata sugli schermi ho molto amato la sua versione filmica) anche se a volte ero Crystal degli Inumani (perché era fascinosa), a volte Sue Storm (perché era bionda e bella e l’invisibilità ragazzi, darei un braccio per avere il potere dell’invisibilità), ma più spesso la Vedova Nera, perché comunque ero una bambina dark.
Ma torniamo a noi: la strega Wanda (Elisabeth Olsen) e l’androide Vision (Paul Bettany) fanno del loro meglio per ambientarsi nella piccola cittadina di Westview, tanto simile, anche per le sue dinamiche, a quella di “Edward mani di forbice”, dove arrivano al suono di “Oh che splendida coppia di sposi che è appena arrivata in cittaaaaa in cerca di pace e tranquillitaaaa”: una scenografia in bianco e nero, una sitcom con le risate registrate. I due cercano di integrarsi, Wanda finge di dover preparare la cena per il marito mezza macchina che non ha bisogno di cibo, invitano a cena il capo e la moglie, partecipano alla raccolta fondi per la scuola elementare locale. Ma in tutta questa tranquillitaaaaa qualcosa stona: Wanda trova un elicottero rosso nella siepe, qualcuno le fa una domanda su come mai non hanno ancora figli, da dove vengono, la radio le parla, non c’è pace per Wanda Maximoff di Sokovia, neanche quando rimane incinta, quando tutto diventa a colori e improvvisamente sono gli anni’70.
Sarà perché gli avvenimenti di “Wandavision” avvengono dopo quelli di “Avengers: Endgame”, dove Visione e Wanda si trovano in una situazione disperata (ma di Visione non è mai fregato niente a nessuno, chi si appassiona a una macchina, anche se dalla parte dei buoni, a parte Wanda Maximoff la strega?).


Saranno quelle pubblicità del sapone Hydra.


Saranno quei momenti inquietanti ai quali Wanda dice NO, quelli che fa tornare indietro, quelli che cambia, perché lei vuole un lieto finale.
Sarà che dalle piccole città è difficile scappare via.
Saranno quei vicini che forse sono solo pettegoli o forse no.
Sarà che l’episodio 4 comincia a virare verso “I Tommyknockers” di Stephen King.
Sarà che adesso sono curiosa come una scimmia e mi trattengo dal leggere tutto quello che posso sul passato presente e futuro di Wanda Maximoff.

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