Loki, ovvero “Perché qualcuno con un potenziale così ampio vuole solo comandare?”

Prosegue anzi galoppa la fase 4 del MCU (Marvel Cinematic Universe) che, sempre tramite il canale proprietario Disney +, dopo “WandaVision” e “The Falcon and the Winter Soldier” ci propone una nuova serie su uno dei suoi personaggi piu’ interessanti, Loki principe di Asgard, il Dio dell’inganno, che abbiamo lasciato morto tra le mani di Thanos in “Avengers: Infinity War”. E’ morto con il collo spezzato, quindi non ha “blippato” per cinque anni (ovvero non è stato “sospeso”, anzi ancora meglio, alla luce proprio di “Loki”, non ha “deviato dalla linea temporale”) e non torna in vita dopo “Avengers: Endgame”. Ma il mondo dei fumetti Marvel ha molte più possibilità di riportare in vita i personaggi di una soap opera trentennale e quindi la serie riparte proprio dall’ultima volta in cui abbiamo visto Loki, in “Endgame”, sparire con in mano il Tesseract (che come sappiamo contiene la gemma dello spazio), creando una timeline alternativa.

 

 

E qui entriamo in una dimensione interessante perché il Dio dell’inganno, portatore di caos e scompiglio, viene catturato dai “guardiani del tempo” che, lungi dall’essere entità mistiche, sono grigi burocrati al servizio di una multiverso-nazionale, la TVA (Time Variance Autority, conoscete l’EFSA sulla sicurezza alimentare che ha sede a Parma? Ecco, una cosa del genere ma su scala molto più vasta) che vivono apparentemente negli anni ’60, e la cui unica funzione è vigilare sulla Sacra Linea del Tempo ed eliminare senza pietà le varianti temporali.

 

 

Siamo tra il Ministero della Magia di Harry Potter, “Brazil” di Terry GIlliam e i Vogon di “Guida galattica per autostoppisti” di Douglas Adams: Loki è prima spaesato e poi allibito, ma l’agente Mobius M. Mobius (favoloso ritorno di Owen Wilson), spalla perfetta, lo convince ad arruolarsi con vaghe promesse e pacate minacce e dopo averlo formato con pratici video lo lascia a una scrivania a sbrigare pulcioso lavoro d’ufficio per cercare la Variante che si muove attraverso le Apocalissi e che (sorpresa???) è lo stesso Loki.

 

 

Abbiamo visto due episodi, la coppia comica tra i due attori funziona benissimo (“Mobius, sei capace di far sembrare noiosa anche la fine del mondo”), vediamo come procederà perché per ora la fase 4, WandaVision a parte, è stata piuttosto deludente: “The Falcon and The Winter Soldier” ha messo in scena Sam e Bucky a confronto con qualcosa di umano troppo umano come i problemi economici e i traumi personali (vabbè forse non è così comune avere un passato da super soldato comandato da una potenza nazista che vuole comandare il mondo, però per risolvere i suoi problemi va da una psicanalista, dai, ci siamo capiti) e sicuramente non è la tragedia epica di Wanda che è così dilaniata dal dolore della perdita di Visione e dei suoi figli che crea un universo completamente fasullo e costringe centinaia di persone a recitare un ruolo quotidiano per mantenere l’illusione di averli ancora con sé. Wanda viveva in un mondo di “Schlagobers and blood”, di panna e sangue, come recita il solito John Irving in “Hotel New Hampshire”, romanzo cardine della mia formazione. Loki, per ora, continua ad essere un personaggio autocentrato, con qualche dramma personale, l’adozione, la morte della madre, il legame contrastato con il fratello maggiore, e continua a ondeggiare tra brama di potere, auto incoronazioni, continue cadute e relativi spernacchiamenti.

 


Potrebbe essere un personaggio tragico: lo stesso Hiddlestone dice che Loki è come “una specie di Edmund in King Lear, ma più sgradevole” (del resto i riferimenti shakesperiani nei fumetti Marvel sono fortissimi).

Potrebbe essere un personaggio tragico, per ora è solo tragicomico. E mi faccio la stessa domanda di Mobius: “Perché qualcuno con un potenziale così ampio vuole solo comandare?”

 

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